Chiude l’azienda di latticini “Provenzano” di Giardinello, gestita in amministrazione giudiziaria e confiscata 4 anni fa alla famiglia mafiosa di Giuseppe Grigoli, prestanome di Matteo Messina Denaro. Ieri è stata avviata la procedura fallimentare e alla porta sono stati messi i 39 dipendenti. Erano prima 52, 13 dei quali già licenziati.
La settimana prossima i lavoratori si riuniranno in assemblea per protestare contro i licenziamenti, mentre la Flai Cgil di Palermo chiede la cassa integrazione straordinaria e contesta l’inadeguatezza della legislazione per le aziende sottratte ai boss.
”Oggi chiude un’azienda confiscata alla mafia malgrado l’esistenza di una normativa come la legge La Torre e nell’anniversario della strage di Capaci”, dice Nuccio Ribaudo, segretario della Flai Cgil di Palermo. L’azienda Provenzano aveva un’esposizione debitoria con le banche pari a 28 milioni.
Il curatore giudiziario era riuscito a rimettere in moto l’azienda, nata con i Patti territoriali, attraverso la valorizzazione di un prodotto di alta qualità, che veniva commercializzato soprattutto all’estero, dalla Grecia a Londra.
”Purtroppo – spiega Ribaudo – le scelte del tribunale di Marsala, che gestiva le indagini sulla precedente gestione, e dell’Agenzia delle Entrate non hanno consentito il pagamento del credito d’Iva maturato dalla Provenzano sotto la gestione giudiziaria (1,8 milioni), generando la rottura degli accordi di consolidamento del debito e causando la morte dell’attività”.
fonte. BlogSicilia.it
AUTORE. BlogSicilia.it
il risultato è che nessuno si occuperà di queste 39 famiglie masse al tappeto….Anche perchè….questa è l’ITALIA…una Repubblica democratica, fondata sul lavoro…e la Giustizia ride lo stesso…
Per correttezza di informazione, sarebbe opportuno precisare che non esiste alcuna “famiglia mafiosa” di Giuseppe Grigoli. Esiste Giuseppe Grigoli, ed esiste la sua famiglia, (intesa in senso biologico), ma non esiste, nemmeno nelle ipotesi processuali, niente di diverso.
Lo stesso Grigoli, imprenditore, è attualmente sotto processo in secondo grado per il reato di associazione mafiosa, da cui si è sempre difeso affermando di essere vittima e non complice della mafia.
E’ priva di fondamento anche la tesi riportata sovente da diversi organi di stampa, secondo la quale Grigoli sarebbe prestanome di mafia. Ciò non trova alcun riscontro nel processo che lo riguarda, e nel quale è imputato non per intestazione fittizia dei beni (cioè per essere un prestanome) bensì per aver messo le proprie aziende a disposizione, secondo la pubblica accusa, di alcuni mafiosi.
Esiste una differenza cruciale, giacchè definendolo prestanome si elimina totalmente la caratura dell’imprenditore, che invece è, per tutti coloro che lo hanno conosciuto, estremamente elevata.
Grigoli è stato ed è un grande imprenditore, che è riuscito, in un ambiente difficile come quello della sicilia occidentale, permeato di interessi illeciti, a costruire una grande impresa che da lavoro a centinaia di persone. Persone che grazie a lui, possono oggi scegliere di avere una vita onesta, e un lavoro onesto, liberandosi veramente dal giogo della mafia.
Se per fare queste imprese, Grigoli ha dovuto accettare dei compromessi, e se questi compromessi non erano leciti, ora ne pagherà eventualmente le conseguenze. Starà a lui dimostrare se i compromessi accettati erano davvero inevitabili o meno, e sarà la Cassazione a pronunciarsi in ultima istanza.
In ogni caso, ciò non toglie che Grigoli, con il proprio lavoro, ha creato tanto, dando reali opportunità al proprio territorio.
La realtà drammatica è che lo Stato non è imprenditore, nè imprenditori sono gli amministratori giudiziari che nomina. Questi spesso sono anzi incompetenti, e i risultati sono il fallimento delle aziende sequestrate.
39 famiglie, (che prima erano 53), finiscono in mezzo a una strada, con buona pace dei giustizialisti, che amano che le condanne siano eseguite prima ancora di essere pronunciate nelle aule dei tribunali. Infatti, oltre al dramma di queste famiglie, ce ne è anche un altro, di giustizia, che nessuno si pone: e cosa accadrebbe se Grigoli fosse davvero innocente? E se alla fine venisse assolto? Gli restituirebbero delle aziende fallite. Allora sì, la mafia avrebbe davvero vinto.
Grigoli, da quanto mi tocca sapere da varie fonti, altro non è se non una VITTIMA DEL SISTEMA… l’ennesima, per la precisione.
Concordo anch’io che è NECESSARIO e CIVILE fare tutto il possibile per salvare quei lavoratori, travolti da quell’onda di MERDA che è la mafia/politica/inciviltà della nostra povera zona, che POTREBBE ESSERE RICCA e invece è dimenticata da Dio e dagli Uomini.
Quando le imprese confiscate alla mafia chiudono lo Stato fallisce due volte: la prima perchè non è riuscito a creare posti di lavoro,la seconda perchè non è stato capace di mantenerli.
Sono convinto anch’io che Grigoli sia una vittima del sistema. E’ una persona che ha fatto solo del bene. Lo stato invece pur di colpire la Mafia fa terra bruciata non capendo che a pagare sono anche le famiglie che lavorano nelle aziende sequestrate ai ” presunti mafiosi”. In un periodo di crisi come questo non ci si può permettere di perdere un posto di lavoro, e proprio non va giù che a causare la catastrofe sia proprio lo stato che dovrebbe piuttosto salvare il salvabile.
L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro!
Sorridiamo gente, siamo su scherzi a parte!
Lo Stato tutela i cittadini? Allora non abbiamo più niente da ridere: ci hanno preso per i fondelli!
Vogliono inculcarci la legalità? Infatti si vede e si evince da chi siamo governati: un nugolo di Onorevoli sanguisughe, tutti indagati per aver intascato mazzette, per aver esportato milioni all’estero, per aver portato una Nazione allo sfracelo, per indurre i cittadini al suicidio, per vietarti di prelevare i pochi spiccioli di pensione che ti danno( chissà fino a quando),che ancora chiede sacrifici e loro ancora sperperano, per innalzare ora agli altari della gloria, due magistrati che prima hanno ucciso e poi santificati! Ma ditemi, qual’è la differenza che stanno cercando di farci capire? Dove andranno questi 39 nuovi disoccupati? Li mandiamo da re Giorgio? Da Mariolino? No, lasciamoli a casa, vivranno da onesti cittadini, nella completa legalità! Peccato che la pancia vive di cibo e non di chiacchiere e belle parole!
i lavoratori della PROVENZANO hanno tutta la mia solidarietà , mi associo alle parole di Filippo ed a quelle di Fiordaliso , spero che lo Stato italiano sia in grado almeno di concedere la grazia ai padri di famiglia che non avendo nessuna colpa rimangono con niente .
il Signor Grigoli è e rimarra per tutti coloro che lo conoscono una persona da emulare e da stimare indipendentemente dal giudizio degli organi statali che hanno deciso di fare di lui il capo espriatorio dei loro fallimenti .
Mi auguro che per quello che rimane del patrimonio aziendale che fù del Grigoli , chi di dovere si prenda carico delle proprie responsabilità morali e che la coscienza gli imponga non facendolo dormire la notte di salvaguardare più tosto che se stesso e gli amici i poveri lavoratori che da una vita impegnano se stessi e le loro famiglie al che si continui a portare “lu Pani ala casa” GRAZIE