Dopo l’ex Governatore della Banca d’Italia Antonino Fazio e l’ex Ministro del Tesoro Lamberto Dini, la difesa del tributarista Prof. Gianni Lapis, già sindaco del Collegio sindacale della Sicilcassa s.p.a., ha chiamato a testimoniare il Presidente emerito e senatore Carlo Azeglio Ciampi.
Il 21 marzo, la seconda sezione penale del Tribunale collegiale di Palermo presieduta dal giudice Fabrizio La Cascia, si è trasferita a Roma nella sede del Senato della Repubblica a Palazzo Giustiniani, per celebrare l’udienza che ha avuto come protagonista l’ultra novant’enne senatore a vita.
Presente un nutrito collegio difensivo degli imputati ex amministratori della Sicilcassa spa, il cui dissesto economico per alcune migliaia di miliardi di lire, venne pronunciato alla fine degli anni ’90, il Prof. Avv. Enzo Musco, l’Avv. Franco Messina, l’Avv. Basilio Milio in difesa del Prof. Lapis ed ancora l’Avv. Giuseppe Oddo, l’Avv. Alberto Polizzi e l’Avv. Marianna Viola, nonché i difensori delle parti civili della Banca d’Italia Avv. Galanti e della Sicilcassa Avv. Petrillo e Dr. Pantaleo.
L’esame diretto del teste è stato condotto dall’Avv. Franco Messina che ha posto all’illustre testimone una ventina di domande predisposte con l’ausilio dei propri collaboratori Avv. Marco Campagna e Dott.ssa Patrizia Vivona, responsabili del fascicolo di studio del complesso e delicato processo per bancarotta fraudolenta, di cui è accusato anche l’ex Presidente del Collegio sindacale, la cui difesa è stata affidata allo studio legale castelvetranese che è anche coordinatore del collegio difensivo.
Il processo, iniziato nel 2008, proseguirà a Palermo il prossimo 28 marzo con l’esame di consulenti tecnici della difesa degli imputati che impegnerà il tribunale ancora per parecchie udienze, alcune già calendarizzate per i mesi di aprile e maggio.
AUTORE. RedazioneBeve storia della Sicilcassa
La Cassa Centrale di Risparmio Vittorio Emanuele per le province siciliane, conosciuta anche come Sicilcassa o con l’acronimo Ccrve, è stata una banca italiana con sede a Palermo.
Storico istituto bancario, Nata il 31 ottobre 1861 con un capitale sociale di appena 42 mila e 500 lire, Controllato dagli anni ’50 dalla Regione Siciliana conobbe una forte espansione. Negli anni Sessanta l’ascesa divenne esponenziale con l’ autorizzazione alla Cassa per la gestione del credito fondiario. Fu la più importante Cassa di Risparmio italiana dopo la Cariplo, e negli anni settanta un siciliano su cinque ha un conto di risparmio alla cassa.
Con la riforma del 1990 diventa una Società per azioni di proprietà dell’omonima Fondazione bancaria, con una ricapitalizzazione per ripianare i debiti da parte della Regione Siciliana di circa 500 miliardi di lire italiane. Viene istituita la Fondazione Lauro Chiazzese della Sicilcassa, che si fonderà poi con la Fondazione BdS nel 2004.
Nel 1996, con 3.850 dipendenti, 245 sportelli, 11.000 miliardi di lire di depositi ed altrettanti di impieghi, e 1.200 miliardi di deficit, viene comunque messa in liquidazione dal governatore della Banca d’Italia Antonio Fazio e acquisita nel settembre 1997 dal Banco di Sicilia. La sede storica, costruita da Ernesto Basile.
Il suo cospicuo patrimonio immobiliare è stato messo all’asta ma non acora completamente venduto. Il fondo pensioni ex dipendenti è un tesoretto di centinaia di milioni di euro e 52 immobili sparsi tra Sicilia e Lazio.
Rimango attonito e sbalordito da cotanto impegno giuridico per una vicenda che nel complesso ormai non interessa più nessuno. “Cui prodest?”, dicevano i latini: mai tanto attuale la domanda. Quando leggo queste notizie provo una sgradevole sensazione, ed è questa: i potenti rimangono sempre tali e tanto fanno e tanto dicono che insabbiano tutto e la verità sarà ancora lacerata e vinta e gli “oppressi e gli umili” saranno sempre tali e tali resteranno.
W la riforma della giustizia, anche se fatta “ad personam” non interessa, ma è ora di smetterla con i bizantinismi e le prese in giro, ed anche con le perdite di tempo.
Vogliamo una giustizia equa, veloce, trasparente.
Luigi
Se qualcuno può rispondermi per cortesia :
Sarà possibile recuperare del denaro da un libretto di risparmio di mio padre, fattomi recapitare da parenti , essendo io l’unico erede.
Faccio notare che l’ultimo aggiornamento di tale libretto fu fatto nel 1986.
Grazie a chi mi potrà dare delle delucidazioni in proposito.