«Mi dimetto con l’amaro in bocca di chi, vittima quale mi ritengo di essere in questa tragica e assurda vicenda, tra tutte le difficoltà oggettive del caso, in questi due anni ha provato a dare qualcosa di importante a questo paese e a questa comunità, mettendo a disposizione professionalità e competenze, ma sperando che i progetti in corso (come ad esempio il Piano Regolatore Generale) possano essere portati a termine da chi mi succederà». È questo uno dei passaggi della lettera di dimissioni che l’assessore Stefano Tramonte ha presentato in Comune ieri. Tramonte si è anche dimesso dal Pd.
Nello studio dell’architetto (che gestisce insieme al geometra Giuseppe Lanza) per anni ha lavorato Lorena Lanceri e ha svolto il tirocinio Martina Gentile, figlia di Laura Bonafede, arrestata nell’ambito dell’indagine sulle rete di fiancheggiatori di Matteo Messina Denaro.
«Mi dimetto con la testa alta di chi è da sempre contrario e condanna ogni forma di mafia ed illegalità, per cui ho combattuto e combatterò sempre e non saranno certo delle circostanze mediatiche di cattivo gusto e senza fondamento a scalfire la mia integrità», ha scritto ancora Tramonte. L’oramai ex assessore non ha condiviso modalità e presupposti delle scelte fatte dal partito e ha ringraziato il sindaco, gli assessori e il consiglio comunale: «Credo nella giustizia, pertanto mi auguro, per tutta la comunità campobellese, che vengano date risposte concrete e condanne esemplari a tutti coloro che hanno fatto del male a questo paese».
AUTORE. Redazione