Anche chi lavora senza orari per dare la caccia al superlatitante Matteo Messina Denaro attende da un anno di avere pagato lo “straordinario eccedente”. Lo scrive oggi su Repubblica Salvo Palazzolo che evidenzia come da un lato il Ministro dell’Interno uscente Matteo Salvini continua a fare i suoi tweet-proclama (“Lotta senza quartiere ai mafiosi”) mentre c’è chi, sul territorio, lavora e attende di essere pagato. «I poliziotti hanno lavorato senza sosta negli ultimi mesi per fermare la riorganizzazione della nuova Cosa nostra. Da Palermo a Trapani, da Agrigento a Catania» scrive Palazzolo.

Quello che gli agenti devono ricevere si chiama “straordinario eccedente”, che va oltre il tetto delle 55 ore mensili, «ma nella difficile frontiera siciliana della lotta alla mafia è l’ordinarietà – scrive Palazzolo – perché alla squadra mobile di Palermo si è lavorato giorno e notte, ad esempio, per seguire i padrini della vecchia guardia che erano tornati da New York dopo la morte di Riina. E si lavora senza orari per andare a caccia dell’ultimo grande latitante, Matteo Messina Denaro, il padrino di Castelvetrano condannato all’ergastolo per le bombe del 1993».

Palazzolo su Repubblica scrive, altresì, che «nella difficile frontiera di Trapani, dove il superlatitante Messina Denaro conta ancora su fidati imprenditori che gestiscono i suoi affari milionari, la Direzione investigativa antimafia ha solo 12 uomini. E nell’ultimo anno e mezzo, sei sono stati impegnati nell’inchiesta sul consulente per l’energia di Salvini, il faccendiere Paolo Arata, sorpreso a fare affari con il “re” dell’eolico Vito Nicastri e a brigare per un emendamento di favore con l’ex sottosegretario Armando Siri».

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