E’ di nuovo allarme per i bocconi avvelenati: la segnalazione arriva da Campobello di Mazara. Bocconi di tritato misto a veleno, probabilmente lumachicida o topicida sono state avvistati da alcuni cittadini in Via Calvario, nelle vicinanze della statua di Padre Pio. La pratica di gettare bocconi avvelenati per prendere di mira i cani randagi non è poi così rara, anzi. Alcuni casi sono stati segnalati anche a Castelvetrano e nelle borgate di Marinella e Triscina di Selinunte.
“Invito tutta la cittadinanza – scrive il sindaco Giuseppe Castiglione – nelle mire dell’adozione del provvedimento di bonifica, di fare attenzione ai propri animali e di condurli esclusivamente al guinzaglio. Nel più breve tempo possibile ci attiveremo per il ripristino della normalità con la rimozione dei bocconi avvelenati rinvenuti. Raccomando la massima attenzione al fine di evitare il peggio alle povere e innocenti creature”
Seguono i consigli della LAV..
COME POSSO FARE PER PROTEGGERE GLI ANIMALI DA ESCHE AVVELENATE?
L’attenzione è la regola numero uno. Le aree maggiormente a rischio sono le immediate vicinanze delle aziende faunistico- venatorie o di protezione della fauna o di caccia autogestite, in cui gli avvelenatori hanno tutto l’interesse a sterminare qualsiasi predatore che possa interferire con l’attività venatoria.
I confini di coltivazioni collinari e montane sono da considerarsi anch’essi zone a rischio: l’avvelenamento di cervi, caprioli ed altri animali che possono danneggiare il raccolto è purtroppo una pratica diffusa.
In tutte queste zone è buona norma, durante le passeggiate, applicare la museruola al cane: un boccone inghiottito in un secondo può rivelarsi fatale. Per questo il nostro consiglio è educare i cani a non raccogliere cibo da terra.
QUALI SONO I SINTOMI DELL’AVVELENAMENTO?
La sintomatologia varia a seconda delle sostanze ingerite. La stricnina agisce direttamente sul sistema nervoso centrale e di conseguenza sulla muscolatura, provocando una tipica rigidità caratterizzata da estensione degli arti, schiena incurvata, orecchie erette, rime labiali contratte all’indietro, pupille dilatate, cianosi delle mucose. Il decesso avviene per anossia, causata dallo spasmo dei muscoli respiratori: durante l’agonia, l’animale rimane cosciente.
Il topicida, in genere, svolge un’azione anticoagulante. Il decesso dell’animale, in questo caso, avviene a causa di emorragie interne e non è immediato: pallore alle mucose, respirazione difficoltosa, stato di grave prostrazione, sono sintomi di questo tipo di avvelenamento.
Il fungicida, l’acaricida e l’ insetticida agiscono non solo per ingestione ma anche per inalazione.
Il veleno presente nei comuni liquidi antigelo provoca il blocco delle funzioni renali e poi la morte.
Il cianuro agisce anche solo per inalazione e paralizza gli organi respiratori, provocando danni irreversibili al sistema nervoso centrale.
COSA DEVO FARE IN CASO DI POSSIBILE AVVELENAMENTO?
Se sospetti che l’animale abbia ingerito un boccone avvelenato, contatta immediatamente il veterinario più vicino (o la guardia medica veterinaria) in modo da allertare preventivamente il medico dell’arrivo dell’animale.
In caso di estrema necessità, e sempre sotto consiglio del medico, può essere utile far vomitare l’animale somministrando acqua calda molto salata, oppure della chiara di uovo montata a neve.
Cerca di mantenere calmo l’animale e non somministrare mai latte.
E’ sempre utile rivolgersi anche al Centro Veleni più vicino.
POSSO DENUNCIARE L’AVVELENAMENTO DI UN ANIMALE?
Certo. I casi di avvelenamento devono essere documentati e denunciati perché la legge è un importantissimo strumento a nostra disposizione per sconfiggere il fenomeno.
Su questo argomento la normativa è chiara:
la fauna selvatica è protetta dallo Stato
è espressamente vietato diffondere veleni dalla legge sulla caccia (L.N. 157/92 art. 21, che prevede un’ammenda fino a € 1549,37) nonché dalle leggi sanitarie (art. 146 T.U. Leggi Sanitarie, che prevede la reclusione da sei mesi a tre anni e un’ammenda da € 51,65 fino a € 516,46)
contro il maltrattamento e l’uccisione di animali è in vigore la legge 189 del 2004.
Sulla Gazzetta Ufficiale, serie generale n. 196 del 22/08/2019, è stata pubblicata la nuova Ordinanza ministeriale relativa al divieto e detenzione di utilizzo di esche e bocconi avvelenati.
La denuncia può e deve essere presentata anche qualora non sopraggiunga la morte e deve contenere le prove che l’animale sia stato avvelenato (a questo proposito è importante allegare tutti i referti veterinari).
In caso di decesso dell’animale, sia esso domestico, randagio o selvatico, il medico veterinario deve inviarne le spoglie e ogni altro campione utile all’identificazione del veleno o della sostanza che ne ha provocato la morte, all’Istituto Zooprofilattico Sperimentale competente per territorio, accompagnati da referto anamnestico al fine di indirizzare la ricerca analitica a effettuare delle analisi. Tali risultati devono dunque essere allegati.
Per la denuncia puoi rivolgerti a qualsiasi organo di polizia giudiziaria (Polizia Municipale, Carabinieri, Polizia di Stato, Corpi Forestali Regionali), presentando di persona il tuo esposto o denuncia (anche contro ignoti) in forma scritta.
Per mettere fine a questa pratica è necessario che vengano individuati i responsabili: non aver timore di segnalare sempre alle autorità fatti o persone sospette.
La denuncia, oltre a rendere possibile l’identificazione e la punizione degli avvelenatori testimonierà la gravità del problema e renderà meno difficile il nostro percorso per fermare gli avvelenatori.