Quella che doveva essere una rilassante uscita in barca a vela stava per trasformarsi in tragedia oggi per Antonio Messina, un uomo di 45 anni di Marsala, residente a Partanna.
A causa di un problema al natante l’uomo non riusciva a ritornare a riva finchè la barca non si è capovolta. La moglie non avendo notizie del marito ha quindi contattato la Capitaneria di Porto ed allertato i bagnini del Lido Aloha di Triscina.
Giovanni Cusumano e Alessandro Modderno non ci hanno pensato un attimo e hanno raggiunto l’uomo che si trovava in forte difficolta aggrappato alla barca ormai capovolta dalle mareggiate. Uno sforzo fuori dal normale dato che il mezzo si trovava ormai a circa 700 metri dalla costa.
Messina si trovava quasi in stato di ipotermia ed è stato successivamente accompagnato in ospedale per i dovuti accertamenti. Il natante ormai privo di vela è stata recuperata con l’ausilio di una barca a motore.
Questa volta complimenti ai bagnini, il velista con vento da nord e l’acqua particolarmente fredda a causa della recente perturbazione di maestrale, in seguito ad un’avaria al timone , costata l’impossibilità di conquistare la riva, forse preso dal panico, ha commesso l’errore di tentare di guadagnare la riva a nuoto. Impresa quasi impossibile essendo a circa 700 metri dalla costa e con una corrente contraria di circa 2 nodi. In più la temperatura dell’acqua oggi non superava i 22 gradi. Dopo le prime bracciate spossato al velista non è rimasto altro da fare che chiedere aiuto alzando una mano. Provvidenziale a questo punto è stato l’intervento dei due bagnini che hanno soccorsoil mal capitato vvelista con un principio di ipotermia. Soccorso in codice giallo e stato visitato e dimesso immediatamente. Per la cronaca il natante era un Topper, piccola deriva inglese in PVC atta a navigazione costiera e non una barca a motore per come si è scritto da altre parti. Quindi nessuna avaria al motore. Per concludere è buona norma, nel mals augurato caso di naufragio è di non lasciare il relitto finché galleggia, in gergo si dice che il relitto si abbandona quando l’acqua ti arriva al” culo” . È molto più facile individuare un relitto, dove si spera di trovare il naufrago, che un uomo a mare, immerso nell’acqua e poco visibile e ancora più esposto all’ipotermia.