«I nuovi bandi regionali approvati a fine agosto per l’insediamento di giovani in agricoltura sono un’opportunità straordinaria di sviluppo ma rischiano di far perdere risorse e, soprattutto, non consentono a tutti i giovani siciliani che lo vorranno, di investire e rimanere sui territori». Lo dice il deputato regionale Nicolò Catania, vice capo gruppo FdI all’Ars, dopo la pubblicazione di due bandi dedicati all’insediamento di giovani agricoltori. C’è una dotazione finanziaria disponibile che consente l’insediamento di 1560 giovani agricoltori con un’età compresa tra 18 e 40 anni e 666 agricoltori con un’età compresa tra 41 e 61 anni, «ma i bandi presentano parecchie criticità, sollevate più volte all’assessore regionale Luca Sammartino», dice l’onorevole Catania. «Tra i requisiti per i quali vengono assegnati punti, ad esempio, tanti rischiano per penalizzare gran parte dei territori, soprattutto quello della provincia di Trapani», dice l’onorevole. «Infatti – aggiunge Catania – col solo riferimento alla nostra provincia, la gran parte delle aree del territorio, classificate in zona B, il punteggio assegnato non solo è minimo e irrisorio, ma presenta un’ampia forbice con l’assegnazione di punti per altre aree (tra B e D c’è una differenza di 15 punti). Questa cosa è inaccettabile. Se a questo si aggiunge che per la sola ammissione in graduatoria i giovani devono conseguire un punteggio minimo di 50 appare palese come, sia l’attribuzione di punteggi che la soglia stabilita, non fanno altro che penalizzare gran parte dei giovani che si vogliono affacciare in agricoltura».

Il deputato di Fratelli d’Italia chiede con urgenza un intervento da parte dell’Assessorato «per rivedere i bandi e le modalità di accesso a questo aiuto relativo ai giovani, in modo tale da renderlo omogeneo per tutto il territorio regionale. Confido nella sensibilità del dipartimento e dell’Assessore che, sono certo, vorranno accogliere tempestivamente queste proposte di modifica col solo obiettivo di favorire tutti i giovani siciliani». E Catania conclude: «Un punteggio di 5 su 50 previsti per l’agricoltura biologica è un ulteriore implementazione, ma questo non giustifica l’esclusione di altri sistemi di sostenibilità ambientale, Doc, Igt e Igp».

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