Si torna a parlare del rischio di trovarsi vittime di una frode alimentare, quella che riguarda le olive verdi colorate con solfato di rame o clorofilla ramata. Come difendersi dalle cosiddette olive verniciate? Tempo fa un vero e proprio scandalo alimentare aveva colpito il settore delle olive verdi da tavola. Un blitz della Guardia di Finanza aveva infatti eseguito un maxi sequestro. Il bottino? 85 mila tonnellate di olive verdi colorate con solfato di rame o clorofilla ramata (E141).

Una frode alimentare  pericolosa per la salute dei consumatori in quanto – si legge su  www.greenme.it – questi composti utilizzati per rendere di un verde più vivo ed uniforme le olive (perché anche l’occhio vuole la sua parte), sono dannosi. In particolare il solfato di rame, sostanza che tende ad accumularsi nell’organismo e che può causare conseguenze.

Per quanto riguarda la clorofilla ramata, invece, questo colorante di origine naturale (sia pure non tossico) proprio come il solfato ramoso  è vietato nella produzione di olive. Utilizzarla è dunque una pratica scorretta che serve a non far emergere i difetti delle olive che altrimenti sarebbero troppo visibili ai consumatori.

“Il metodo di lavorazione principale per le olive dolci da tavola, il Castelvetrano, prevede l’utilizzo di soda caustica, che permette la ‘deamarizzazione’ del frutto, da cui deriva il nome ‘dolce’ ma durante la lavorazione il loro color verde tende a sfumare verso il giallo e questo fa emergere le macchie e i difetti delle stesse olive”.

Fonte: Greenme.it

articolo pubblicato il 18 novembre 2019

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