«Il fatto non sussiste». Assoluzione, dunque, con formula piena. E’ quanto ha sentenziato il giudice monocratico di Marsala Lorenzo Chiaramonte nel processo che ha visto imputata una donna castelvetranese, con l’accusa di atti persecutori (reato più noto come “stalking”) ai danni un insegnante in pensione, con il quale la donna aveva avuto una relazione sentimentale.

«Non era l’amante, come qualcuno ha detto – afferma l’avvocato difensore – è stato dimostrato che tra i due c’è stata una relazione sentimentale stabile. E nel corso del processo è stato dimostrato che la mia assistita non ha commesso reato di stalking».

Il pubblico ministero, al termine della sua requisitoria, aveva comunque invocato una condanna a otto mesi di reclusione. Il giudice, però, ha stabilito che il reato contestato dall’accusa non è stato commesso. Accogliendo, quindi, le argomentazioni dell’avvocato Gabriele, che in alcune udienze è stato sostituito dal collega Franco Messina.

La relazione tra le due persone (il secondo è sposato) sarebbe durata circa un anno. Poi l’uomo decide di troncare il rapporto, ma lei, evidentemente ancora innamorata, avrebbe iniziato a telefonargli spesso e ad inviargli messaggi. Inoltre, lo avrebbe seguito in vari luoghi. In Tribunale, nel corso del processo, l’uomo ha ricostruito il periodo (intorno al 2014) della loro relazione sentimentale e raccontato quello che sarebbe successo dopo la decisione di lasciare la donna.

di Antonio Pizzo
per Giornale di Sicilia

(articolo completo nell’edizione del 9 marzo 2019)

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