Sono stati interrogati per ore, ieri, al carcere di Trapani, dal gip di Marsala Annalisa Amato alle cui domande hanno deciso di rispondere al contempo rigettando tutte le accuse loro mosse, i fratelli Michele Claudio (detto Giovanni) e Giuseppe Vaiana, di 58 e 51 anni, arrestati all’alba di sabato corso dai carabinieri perchè ritenuti gli autori del duplice omicidio, 22 anni e mezzo fa, in un ovile di contrada Dionisio, a Campobello, di Paolo Favara, di 30 anni e di Caterina Vaiana, detta Rina, di 33 anni, che dei due presunti killer erano cognato e sorella.
Per i legali Vincenzo Salvo per Giovanni e Diego Tranchida per Giuseppe, i due congiunti sono stati arrestati soltanto sulla base «di illazioni, di semplici supposizioni», non vi sarebbero riscontri reali che condurrebbero alla loro colpevolezza ed entrambi «hanno chiarito la loro estraneità» ai fatti addebitatigli.
Per i militari dell’Arma e per la Procura di Marsala, che l’ambito delle indagini riaperte nel 2010 oltre a interrogatori hanno effettuato intercettazioni Giuseppe e Giovanni Vaiana avrebbero avuto ciascuno un loro movente per compiere il duplice omicidio. Il primo avrebbe agito per non andare in carcere per avere violentato, anni prima, la nipote, figlia di Rina, all’epoca dei fatti una bambina di 7 anni, mentre il secondo avrebbe voluti indietro, a 15 giorni dalla cessione, circa 13 milioni di lire che aveva prestato alla sorella per l’acquisto del gregge che quella curava con il suo compagno.
Gli avvocati Tranchida e Salvo, non essendo emersi ieri, durante l’interrogatorio di garanzia, «gravi indizi di colpevolezza» nei confronti dei loro assistiti ne hanno chiesto la scarcerazione al gip che dovrà decidere entro 5 giorni.
di Margherita Leggio
per La Sicilia