Con le accuse di associazione mafiosa, corruzione aggravata e turbativa di asta pubblica, la Squadra mobile di Trapani ha arrestato l’imprenditore edile Salvatore Di Girolamo, marsalese di 49 anni, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip di Palermo.
Il provvedimento e’ stato richiesto dai magistrati della Dda, Roberto Scarpinato e Roberto Piscitello, negli sviluppi dell’inchiesta “Progetto Peronospora“, che tra il 2002 e il 2005 ha gia’ portato a tre distinte operazioni antimafia, riguardanti le infiltrazioni di Cosa nostra nei settori produttivi e nelle istituzioni locali.
Da intercettazioni riscontrate con le dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, Salvatore Di Girolamo – affermano gli investigatori – si era accreditato come imprenditore del tutto affidabile per le famiglie mafiose della provincia di Trapani rette dal latitante Matteo Messina Denaro, garantendo alle cosche, in cambio dell’appoggio di Cosa nostra, un pagamento in termini del 10% del valore dei lavori delle gare aggiudicate, corrompendo pubblici funzionari, al punto che l’indagato era solito portare con se’ una ventiquattrore con le mazzette di denaro.
L’imprenditore e’ stato rintracciato dagli agenti della Mobile sull’isola di Favignana e, con un mezzo della Squadra Nautica della polizia, e’ stato trasferito a Trapani per essere rinchiuso nella casa circondariale di San Giuliano. A Salvatore Di Girolamo viene contestato il concorso in una turbativa di gara avvenuta il 13 settembre 2001, riguardante l’appalto dei lavori di costruzione del nuovo cimitero urbano di Marsala – secondo stralcio, con una base d’asta di 3.571.799.744 lire, “artatamente aggiudicata dietro la corresponsione di una tangente di 50 milioni – sottolineano gli inquirenti – all’impresa Sicilstrade Srl di Salvatore Di Girolamo, con il ribasso dello 0,7571 per cento, quindi per l’importo complessivo di 3.545.855.162 di lire.
(AGI)
AUTORE. Redazione