“Un figlio chiede solo che suo padre venga curato e che non sia trattato come una bestia. Nient’altro. Se poi l’esisenza di mio padre da’ fastidio, qualcuno abbia il coraggio di chiedere la pena di morte anche ad personam“.
E’ quanto dice Angelo Provenzano, 36 anni, figlio del capo mafia Bernardo Provenzano, in una intervista alle pagine locali di ‘Repubblica’ parlando delle condizioni di salute del padre. I legali del boss hanno chiesto la scarcerazione per il capo mafia che sarebbe molto malato.
“Chi ha perso un padre credo che possa capirmi, anche se il mio dolore non e’ paragonabile al suo -ha detto Provenzano junior- io ho provato a immedesimarmi nei miei coetanei che hanno perso un genitore per morte violenta. Confesso di non esserci riuscito.
Penso che provino un dolore immenso che non riesco anche ad immaginare. E mi dispiace. Ognuno di noi paga un dazio e anche io l’ho pagato solo perche’ esisto e perche’ sono figlio di un certo pezzo di storia di questo paese. Anche un pluriegastolano ha diritto di essere trattato come un essere umano”
… la seconda che hai detto!
“Ogni vita e’ una vita”
Gli errori vanno espiati ma non per questo chi ha commesso il danno deve subire suplizio a sua volta; dove starebbe se no la differenza tra chi perpetra il male e chi invece si batte e vive per far bene?
Se e’ malato che venga curato e continui ad espiare la propria pena; questo e’ il mio pensiero.
In Inghilterra a scuola insegnano una frase bellissima ai bambini riguardo il bullismo:
“Don’t let the bully become the bullied”
Cioe’ non lasciare che il bullo diventi, a sua volta, vittima di bullismo.
La mafia non e’ bullismo ma l’essere umano di entrambe il protagonista e la vittima.
Aldo pensa a là tò di salute!!!
Provenzano, prima verita’ poi pieta’
di Sonia Alfano – 7 febbraio 2011
Da quando sono stata eletta al Parlamento europeo ho subito iniziato a visitare i reparti 41bis dei più importanti penitenziari italiani. Non per curiosità, ma perchè sapevo bene che le carceri italiane sono molto popolate e che tanti detenuti si trovano reclusi in precarie condizioni di salute.
Volevo rendermi conto di persona di come stavano le cose, specialmente nei raparti di cosiddetto isolamento. La legge ovviamente prevede che i detenuti vengano curati, giustamente, anche in cella. Per questo mi auguro che, nel rispetto delle regole e della dignità umana cui hanno diritto tutti e perfino i più feroci mafiosi, Bernardo Provenzano riceva in carcere tutte le cure di cui necessita.
continua:
http://www.antimafiaduemila.com/content/view/32838/78/