Il 17 Maggio presso la palestra del plesso V. Pappalardo, gli alunni delI’ I.C. Lombardo Radice Pappalardo si sono ritrovati insieme a celebrare la ricorrenza del 15 maggio, Festa dell’Autonomia Siciliana. L’anniversario è stata l’occasione non solo per studiare lo Statuto siciliano, le sue potenzialità legislative e la sua peculiarità, ma è stato anche un percorso di riscoperta di alcuni aspetti della cultura regionale poco conosciuti o talvolta dimenticati. La Sicilia è profumi, sapori, suoni, rumori e immagini che il siciliano conserva per sempre nonostante si trovi per varie ragioni a lasciare la propria terra per spostarsi a vivere in un paese lontano. “L’essere siciliano, o italiano, è un bene che si riscopre quando ci si allontana e il compito della scuola è di far sì che si senta talmente forte il senso di appartenenza ad una terra così ricca di bellezze, ma anche di forti contrasti, che non venga il desiderio di lasciarla” ha sottolineato la Dirigente dell’istituto Maria Rosa Barone, nell’accogliere gli alunni delle classi quarte della Scuola Primaria e delle classi prime della Scuola Secondaria di Primo grado, protagonisti della giornata.

Diversi e numerosi sono stati i lavori realizzati dagli alunni a conclusione del percorso di apprendimento maturato con i docenti. Gli alunni della Scuola Primaria hanno ricercato balli e canti della tradizione popolare, ma anche più contemporanei, come la produzione dei Tinturia; gli alunni della Scuola Secondaria hanno invece ricercato tramite il mito, le leggende e la letteratura dei brani poetici o citazioni e proverbi che hanno recitato e rappresentato iconograficamente, in modo da far emergere l’identità culturale della Sicilia, vista sia con gli occhi dei siciliani, come Andrea Camilleri, Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Gesualdo Bufalino oppure dal punto di vista degli stranieri, da Omero a Wolfgang Goethe, a Guy de Maupassant. In tutti, gli alunni hanno individuato la particolare bellezza della nostra terra, frutto della storia e delle dominazioni avvicendatesi nei secoli, grazie anche ad un popolo che ha saputo trarre il meglio da ognuna di essa, mischiandolo in modo pregevole in quello che oggi la Sicilia offre, compresa la bandiera regionale che riporta il colore ed il calore del sole e della passione che anima i siciliani.

Certo è che questa esperienza didattica e formativa rimarrà nel cuore dei ragazzi, così come il ritornello e le parole della canzone dei Tinturia che alcuni alunni hanno scelto di riprodurre perchè ben descrivono l’identità ricca e contraddittoria della terra siciliana: […]. Che odore di limoni e gelsomini, Che c’è nella mia terra se cammini, Mi sento forte, e ho il cuore di un liuni, Guardannu chista genti ca m’arridi Arabi, Normanni, Fenici, Barbari, Sicani e quattro proci, Erano tre mila quanto i Greci, C’era un santo nero e gli Africani. Sono passati secoli e le facce Sono rimaste tutte quante uguali Siamo figli di chi ha dominato Mezzi cattolici e mezzi musulmani, Non so stare senza questo sole, Questo mare, mi spavento […]

 

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