“Le minacce della rete ai tempi del coronavirus. L’allarme dei pediatri e della Polizia Postale. Nelle ultime settimane in aumento i casi di adescamento dei minori on line”
In questi giorni i minori, i nostri figli, costretti a casa, hanno inevitabilmente incrementato l’uso di internet e dei social network. Contestualmente, come riferito dalla Polizia Postale, si registra una crescita degli adescamenti on-line con i pedofili che hanno intensificato il loro lavoro di adescamento in rete approfittando delle scuole chiuse e del tanto tempo libero che anche i giovanissimi trascorrono su internet e social media. Ed infatti, c’è stata una vera e propria impennata delle denunce per adescamenti on line nei giorni del Coronavirus. “Seguire i nostri figli quando stanno davanti a smartphone e al pc è una regola da mettere in pratica sempre; seguirli in questi giorni di emergenza è ancora più necessario, ed è anche più facile visto che a casa ci siamo anche noi”.
I pediatri e la Polizia Postale hanno messo in guardia: “in questi giorni è estremamente pericoloso lasciare da soli i minori a navigare liberamente in rete. Così i pedofili trovano terreno fertile”.
Per i nostri figli: i campanelli d’allarme – quando capire che un contatto è pericoloso.
Se qualcuno dice di tenere a te ma:
- Ti dice cose che ti sembrano troppo volgari o ti creano disagio
- Parla sempre di sesso in chat o nei messaggi
- Ti chiede insistentemente immagini private, intime
- Ti minaccia perché vuole altre immagini, altri video
- Ti chiede numeri o contatti di altri tuoi amici
- Vuole insistentemente incontrarti
In questi casi, il minore, non deve aspettare, non deve avere paura o vergognarsi, deve chiedere aiuto a un adulto.
Le fasi dell’adescamento sui social o anche mediante i giochi on-line.
Si inizia sempre con una richiesta d’amicizia, l’adescatore prova a instaurare un contatto con la vittima. I più giovani, i più piccoli, accettano con meno timori le nuove richieste, magari il contatto può avvenire tramite le piattaforme da gioco. Una volta accettata, pian piano, si cerca di consolidare il rapporto con una chat duratura dove far credere al bambino di essere suo amico e di condividere gli stessi interessi. Nella terza fase l’adescatore verifica, dalle risposte della vittima, se ci potrebbe essere un’interferenza da parte dei genitori e chiede al piccolo se rimane solo. Nella fase quattro l’adescatore prova ad instaurare intimità con la vittima in modo da passare poi nella fase cinque alla richiesta e all’ invio di materiale pornografico. In questa fase, l’adescatore potrà provare anche a fissare un incontro in luoghi conosciuti e considerati sicuri dal bambino.
Per i nostri figli, ricordatevi:
- È importante non rilevare mai in Rete i dati personali quali nome, cognome, età indirizzo, numero telefono, scuola, nome amici;
- Non incontrarsi mai personalmente con chi si è conosciuto in Rete;
- Può essere pericoloso compilare moduli on-line;
- Le vostre foto, i vostri selfie, i video, una volta condivisi sui social potranno essere condivisi all’infinito da chiunque, anche se li avete cancellate dai vostri smartphone e dal profilo social.
Comunicato Stampa
Dott. Enrico Parano, Pediatra e Neurologo Pediatra, Istituto per la ricerca e l’innovazione biomedica del Consiglio nazionale delle ricerche di Catania (Cnr-Irib), in collaborazione con Polizia Postale.
AUTORE. Comunicato Stampa