I camion non sono ancora partiti, forse i primi carichi subito dopo Pasqua, ma, dal primo aprile, ufficialmente la pillola abortiva RU486 può essere distribuita in Italia e richiesta dalle farmacie ospedaliere. Un via libera che ha rappresentato un vero e proprio terremoto per l’Italia delle Regioni.
Ed è guerra di regole: sulla battaglia tra gli stop and go dei neogovernatori regionali si innesca un’altra lotta a colpi di diritto, norme e cavilli. Difficile per i giuristi parcheggiare sine die i carichi di pillola nei magazzini mentre per alcuni esperti solo una revoca dell’ autorizzazione da parte dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) può bloccare l’operazione RU486 in Italia.
C’é il rischio infine delle migrazioni di donne da una regione all’altra per usufruire del farmaco. Sta di fatto che in quattro giorni dall’ordinazione il farmaco può arrivare a destinazione, un giorno in più per le isole. Le prime 48 ore servono per la validazione dell’ordine a garanzia che i destinatari siano solo ospedali. Intanto il Governo avvia la verifica sulla somministrazione.
“Subito dopo Pasqua”, ha annunciato il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, prenderà il via il tavolo per il monitoraggio. Nonostante, comunque, gli accesi toni del dibattito politico, gli ospedali si stanno già muovendo telefonando all’azienda Nordic Pharma Srl delegata dall’azienda Exelgyn a distribuire in Italia il Mifegyne (il nome commerciale del farmaco).
E proprio sulle modalità di distribuzione scende in campo l’ Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa), che autorizzò in Italia la registrazione della pillola, poi ufficialmente in Gazzetta Ufficiale il 9 dicembre 2009. “Spetta ai governatori delle regioni decidere anche alla luce di quanto è stato recentemente espresso, con molta chiarezza, dal ministero della Salute”, ha detto il direttore dell’Aifa, Guido Rasi. Il 30 luglio 2009 l’Aifa aveva espresso il suo primo sì poi confermato il 2 dicembre successivo. Ora, secondo Silvio Garattini, farmacologo ed ex componente dell’Agenzia italiana del farmaco, unico fattore di blocco della commercializzazione, “é la revoca dell’autorizzazione” mentre per il giurista, Antonio Baldassarre, presidente emerito della Consulta, sarà difficile lasciare le pillole sigillate nei magazzini come annunciato dal neopresidente della Regione Piemonte, Roberto Cota (“mi sembra una battuta”). “Se un farmaco è autorizzato a livello nazionale – spiega – un presidente di Regione non può impedirne l’acquisto; ma solo in via di fatto incidere su ospedali e farmacie comunali”.
Ecco la mappa del percorso della pillola abortiva dal via alla distribuzione:
COME NEL MONDO: In commercio da più di 20 anni in 30 paesi, é stata utilizzata da più di un milione e mezzo di pazienti;
IN ITALIA SOLO USO OSPEDALIERO: autorizzata ad esclusivo uso ospedaliero. Il Consiglio Superiore di Sanità ha deliberato che “come unica modalità di erogazione” ci sia “il ricovero ordinario fino alla verifica dell’espulsione completa”;
QUANDO NEGLI OSPEDALI: “Le farmacie ospedaliere potranno avviare la procedura per richiederla. Le prime dosi del farmaco potrebbero arrivare dopo Pasqua”, ha spiegato Mauro Buscaglia, primario di ginecologia al S. Carlo Borromeo di Milano;
PRIME RICHIESTE: Numerose telefonate da ospedali di Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Toscana all’azienda distributrice su modalità e tempestiche dell’ordine. L’ ospedale Sant’Anna di Torino ha chiesto 50 confezioni, ha rivelato Silvio Viale, il medico sperimentatore del farmaco.
fonte. ANSA
AUTORE. ANSA