[di Francesca Mandina] Se sapessimo guardare la natura con gli occhi di un’ape potremmo avere la sua grande sensibilità, capire e scegliere ciò che di buono e pulito la natura è in grado di offrirci. In passato gli agricoltori questo lo avevano capito, infatti sapevano rispettare piante e fiori che attraevano e davano nutrimento agli insetti . Oggi non ci sarebbero frutti e ortaggi che mangiamo se non ci fossero le api, capaci di alimentare quel processo straordinario che è l’impollinazione, di tutelare la biodiversità e, co essa, la nostra salute. Per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza delle api si sono svolti in molte città d’Italia alcuni eventi. Anche a Selinunte, grazie all’ apicoltore Vito Salluzzo, si è organizzata una giornata per valorizzare le api della Valle del Belice, quelle che producono il nettare che dà vita al Miele Meilichios del Parco.

Le api permettono la riproduzione di piante conosciute sin dall’antichità, tanto che a Selinunte un santuario è dedicato a Zeus Meilichios, ovvero “dolce come il miele”. Domenica 21 maggio ci sono stati momenti partecipativi con degustazione di miele presso l’ Antiquarium e con un incontro moderato dall’arch.Giuseppe Salluzzo, presso il baglio Florio, dove la scrittrice Lia Savarino ha presentato il libro “Granelli di polline. Per il direttore del Parco “La scelta di fare un prodotto e di tenere qui le api non è casuale. Le api sono insetti utili, soprattutto l’ape nera sicula, che è di questa zona”. Intervenendo Savarino ha puntato l’ attenzione sul polline “elemento essenziale delle piante e della vita sulla terra”. E per la presidente Slow food ed Agro Selinuntino APS : “Slow food si occupa di educazione alla sana alimentazione, al cibo buono e pulito e ha lo scopo di valorizzare i prodotti locali del territorio. Con i soci attivi porteremo avanti un progetto educativo con le scuole coinvolgendo anche le famiglie degli alunni. Punteremo a valorizzare i prodotti locali, come il miele, parleremo del mondo delle api che hanno un ruolo importante perché impollinatori naturali di piante coltivate che finiscono come cibo buono sulle nostre tavole, faremo visite guidate e degustazioni di prodotti tipici locali”. Slow food interviene dunque sul territorio per tutelare il cibo buono e nello stesso tempo per tramandare tecniche di produzione e mestieri tradizionali.

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