La notizia dell’ingresso nel PD delle due consigliere comunali di Campobello di Mazara Liliana Catanzaro e Carla Prinzivalli ha acceso il dibattito interno al partito. Soprattutto tra alcuni componenti della segreteria locale che, pare, non avrebbero gradito troppo l’ingresso delle due consigliere. Ieri il segretario Baldo Stallone ha diffuso una nota dichiarando, altresì, che «con sincera meraviglia constatiamo la loro fulminante conversione alla causa democratica». E ha difeso l’operato del partito: «La loro decisione di unirsi a noi, infatti, non è certo motivata da secondi fini, ma da una profonda convinzione nella bontà delle nostre azioni e, soprattutto, dalla perfetta sintonia con la linea politica del circolo». Sergio Lima della Direzione nazionale del partito (non si occupa del tesseramento, ndr) ha chiarito che l’ingresso è il risultato di un percorso «in linea con quanto vuole la segretaria Elly Schlein», ossia fare entrare nel Pd anche persone che vogliono contribuire apportando nuove idee e nuove prospettive.

Nelle conversazioni interne del Direttivo locale del PD, però, l’ingresso della Catanzaro e della Prinzivalli, ha animato il dibattito agitandolo un pò. Non per altro perché le due sono all’opposizione dell’attuale sindaco Giuseppe Castiglione e ora sono in linea col PD che nel marzo 2023 per bocca del segretario regionale Anthony Barbagallo, dichiarò chiusa l’esperienza con l’Amministrazione Castiglione. Ma a Campobello la linea del PD quale è? Nell’ultimo consiglio la consigliera dem Clotilde Balistreri ha dichiarato che «il partito continua a credere nell’Amministrazione Castiglione».

Dal canto loro le due consigliere comunali nel prossimo consiglio comunale dichiareranno l’adesione al gruppo consiliare PD: «Ci auguriamo che saremo tre dem all’opposizione, insieme alla consigliera Balistreri», dice Liliana Catanzaro. «Avremmo potuto entrare tempo prima nel PD – spiega Carla Prinzivalli – ma le nostre incertezze venivano da alcune discrepanze che abbiamo notato rispetto alle dichiarazioni rilasciate dal partito e ciò che effettivamente veniva poi messo in atto in consiglio».

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