L’ultimo ritrovamento raro, specie nuova per l’Italia e l’Europa, è il coleottero “Axinotarsus (Tarxinosus) implicatus”, un insetto comune in Tunisia, Algeria e Marocco ma, prima d’ora, mai rinvenuto in Italia. Angelo Ditta, biologo in pensione di Mazara del Vallo, ha rinvenuto tre esemplari, un maschio e due femmine, in località Deccaco a Mazara del Vallo. Un’ulteriore scoperta che ha arricchito la lunga lista di suoi ritrovamenti in Sicilia, molti dei quali per la prima volta, e che ha arricchito la conoscenza dell’entomologia europea. La sua storia è raccontata oggi – tra le storie italiane – sul sito dell’agenzia Ansa.
Professore di scienze in pensione, Angelo Ditta, 74 anni, è l’unico ricercatore autorizzato a operare nella Riserva naturale integrale Lago Preola e Gorghi Tondi, un’oasi naturale a Mazara del Vallo, luogo di sosta per gli uccelli migratori. Nel suo palmarès di scoperte ci sono più 30 di specie nuove per la Sicilia, 8 per l’Italia e una per l’Europa. Una passione, quella per la ricerca che Ditta ha sempre coltivato, anche quando da giovane docente insegnava Scienze alle scuole medie: dapprima nel nord Italia e poi a Mazara del Vallo dove ha concluso la carriera lunga 33 anni. Quella della ricerca è stata da sempre un chiodo fisso per il biologo mazarese: «Passione che ho coltivato nel tempo libero – spiega – e poi, quando a 58 anni sono andato in pensione, a tempo pieno». Passeggiate con retino, provette e binocolo tra le sciare di Mazara del Vallo, sulla costa di Torretta Granitola, sino a spingersi anche in provincia di Agrigento. E le sorprese sono sempre arrivate. Come il ritrovamento, nel bosco Scorace di Buseto Palizzolo del “Myrmecophilus (Myrmecophilus) fuscus”, un grillo di piccole dimensioni, il secondo esemplare trovato in Italia dopo il primo rinvenuto sull’Etna da Thomas Stalling nel 2013.
«L’esemplare che ho trovato misurava 2,8 millimetri – spiega Angelo Ditta – e questa specie di grilli mirmecofili si nutrono delle prede catturate dalle formiche, ecco perché vivono nei loro formicai». Da Mazara del Vallo Ditta tiene rapporti con biologi, entomologi e aracnologi di tutto il mondo, grazie a gruppi social e contatti diretti con docenti universitari. Tra le sue scoperte di specie nuove per la Sicilia figura anche “Canariphantes zonatus”, un piccolo ragno che tesse la tela tra le foglie di vegetazione bassa e in luoghi ombrosi. Il primo esemplare scoperto in Italia è stato in Sardegna. Ditta, invece, ha scoperto tre femmine alla Riserva Lago Preola e Gorghi Tondi.
«Non è escluso che sia arrivato dalla Sardegna in Sicilia tramite il sistema del ballooning – spiega Ditta – ossia la capacità dei ragni di secernere uno o più filamenti di seta che fungono da paracadute o parapendio per percorrere lunghe distanze trasportati dal vento». Tra i ritrovamenti straordinari c’è una mosca che si lega, in maniera originale, alla storia dell’isola. È la “Leptometopa latipes” che, per la prima volta, fu scoperta nel 1830 all’interno del sarcofago di Federico II a Palermo. Il biologo mazarese ha trovato un esemplare femmina sulle sponde del fiume Mazaro a Mazara del Vallo.
«Considerando che l’imperatore morì a Castel Fiorentino, vicino Foggia, il 13 dicembre 1250, si desume che questa specie non è stata mai segnalata in Sicilia. Gli adulti di questa specie depongono le uova su animali morti e le larve si sviluppano anche nel letame e negli escrementi umani», spiega Ditta. L’esemplare scoperto dal biologo è stato validato da Paul L.T. Beuk del Museo storico naturalistico di Maastricht, luogo scientifico dove la mosca recuperata a Mazara del Vallo si trova oggi esposta.











