Anche per l’esercizio finanziario 2011, è stato rispettato il patto di stabilità interno, a darne notizia il dirigente del settore programmazione finanziaria e gestione delle risorse, Dr. Andrea Di Como, che ha definito le procedure contabili rilevanti ai fini della verifica del patto di stabilità interno per l’anno 2011, accertando il rispetto dello stesso.
Il raggiungimento degli obiettivi programmatici anche nell’anno 2011 ha una particolare rilevanza poiché, il nostro comune è uno dei pochi in provincia ad averlo raggiunto, proprio a causa della notevole rigidità dei parametri previsti dal patto, che erano improntati ad un particolare rigore, l’Amministrazione ha dovuto fronteggiare situazioni economico-finanziarie di difficile gestione.
Il sindaco Pompeo non nasconde la sua soddisfazione: “ Per il decimo anno consecutivo abbiamo rispettato il patto di stabilità, nonostante le problematiche precedentemente enunciate, riuscendo anche a fare notevoli investimenti che hanno cambiato e continueranno a cambiare il volto della città un plauso va fatto anche a tutto lo staff del settore programmazione finanziaria e gestione delle risorse, diretto dal Dr. Andrea Di Como, e dall’assessore Pietro La Cascia, è anche grazie alla loro bravura ed al loro senso di responsabilità che abbiamo potuto raggiungere questi traguardi.”
CHE COS’E’ IL PATTO DI STABILITA’ INTERNO?
E’ l’accordo che lo Stato Italiano ha assunto con gli altri Stati Europei, in sede comunitaria, in base al quale anche i Comuni devono contribuire alla riduzione del debito pubblico nazionale, osservando, di anno in anno, regole sempre più restrittive. Regole che mettono in difficoltà gli stessi Comuni nella realizzazione della programmata attività a favore della cittadinanza.
E PERCHE’ IL PATTO DI STABILITA’ BLOCCA IL COMUNE?
Il Patto di stabilità, in sostanza, impone un limite tassativo nei pagamenti, soprattutto per quanto riguarda i lavori pubblici. Oggi Il nostro Comune, paradossalmente, ha i soldi per finanziare nuove opere, ma di fatto, non può farle eseguire in quanto, successivamente, non potrebbe pagarle per rispettare quel limite dettato dal patto di stabilità.
Questo sistema restringe l’autonomia del Comune impedendogli sia di realizzare nuove opere pubbliche, sia di effettuare quei sacrosanti interventi di manutenzione straordinaria che le infrastrutture richiedono in maniera sempre più urgente. Specialmente quest’anno nel quale abbiamo subito un inverno straordinariamente piovoso che ha devastato gran parte della viabilità del territorio.
COSA SUCCEDEREBBE AL COMUNE E, DI RIFLESSO AI CITTADINI, SE NON RISPETTASSIMO IL PATTO DI STABILITA’?
Se non rispettassimo il patto di stabilità incorreremmo in una serie di sanzioni molto pesanti, fra le quali: riduzione dei trasferimenti ordinari dovuti dal Ministero al Comune (cioè soldi che lo Stato versa al Comune annualmente).
Una conseguente forte riduzione delle spese correnti.
In caso di mancato rispetto del patto, il Comune dovrà azzerare le spese per le manutenzioni ordinarie (strade, verde pubblico, ecc.) e ridurre drasticamente l’erogazione dei servizi assistenziali o il sostegno a tante iniziative associative.
Il divieto di assunzione di personale a qualsiasi titolo e con qualsivoglia tipologia di contratto o la risoluzione di alcuni contratti in essere che comporterebbe un pesantissimo rallentamento dell’attività amministrativa anche in termini di risposte alle legittime istanze dei cittadini.
Il divieto di ricorre all’assunzione di qualsiasi mutuo per la realizzazione di nuove opere pubbliche (strade, scuole, marciapiedi, ecc.).
E COSA POTREMMO FARE INVECE SE SI ALLENTASSERO I VINCOLI DI QUESTO PATTO?
Il Comune potrebbe innanzitutto: Accogliere, più prontamente di quanto riusciamo a fare ora, le richieste che ogni giorno il cittadino rivolge all’Amministrazione anche per esigenze conseguenti all’attuale crisi economica; potenziare i servizi socio-assistenziali utilizzando interamente l’avanzo di amministrazione oggi escluso dal computo per la determinazione del limite sopra detto; effettuare il pagamento di tutti i lavori commissionati prima dell’entrata in vigore dei nuovi limiti imposti dal Governo, risollevando le sorti di molte piccole aziende artigianali e commerciali locali e contribuendo fattivamente alla ripresa dell’economia locale. Effettuare lavori e manutenzioni del territorio amministrato dando nuove opportunità di lavoro in città.
AUTORE. Redazione
Il Comune deve rispettare il patto di stabilità e potrebbe anche andare bene, se non fosse che mentre rispetta il patto stipulato con i partners europei, la città e la nazione stanno prendendo la via della finanza, meglio conosciuta a Catania come via delle puttane! Dopo che hanno rubato Santa Chiara, inutile mettere le inferriate! E coloro che hanno effettuato lavori per il Comune, cosa mangiano, patto di stabilità? Oppure odorano aria di fallimento, visto che non possono rispettare il limite di pagamento? Mi sembra più un patto destabilizzante, naturalmente a spese del debole, oppure devi essere parecchio milionario,per prestare servizi allo Stato! Ma penso che non tutti siano ladri come il nostro amato Stato!
“Il raggiungimento degli obiettivi programmatici anche nell’anno 2011 ha una particolare rilevanza poiché, il nostro comune è uno dei pochi in provincia ad averlo raggiunto, proprio a causa della notevole rigidità dei parametri previsti dal patto, che erano improntati ad un particolare rigore, l’Amministrazione ha dovuto fronteggiare situazioni economico-finanziarie di difficile gestione”.
Complimenti per il raggiungimento del patto di stabilità, un plauso e merito ai tecnici che con professionalità , senso di responsabilità e qualche alchimia contabile riescono sempre a rispettare e rientrare nei parametri di legge.
Sarebbe importante che oltre a comunicare queste gradite notizie l’Amministrazione si attivasse nel predisporre il relativo bilancio sociale e fare capire ai cittadini quante somme si spendono e quanto se ne incassano sia direttamente che con i trasferimenti regionali nazionali e comunitari.
Certamente ci vuole un’arte molto fine nel fare quadrare i conti, mi ricordo di come per rispettare i parametri di contabilità si sia reso necessario inventarsi negli anni precedenti una nuova tassa da fare pagare ai cittadini: la manutenzione dei contatori idrici e questo in violazione delle norme di legge e del Regolamento idrico.
Potrebbe essere che il rispetto di un Patto di Stabilità avvenga sulla base di atti prodromici illegittimi?
Potrebbe essere che la lotta all’evasione portata avanti dall’amministrazione per raggiungere la perequazione: pagare tutti per pagare meno, con incassi notevoli che dovevano servire ad abbattere il carico tariffario e fiscale sui cittadini siano stati utilizzati in maniera difforme?
Certamente un’attenta lettura di un “bilancio sociale” alla portata dei semplici cittadini potrebbe essere d’aiuto nel capire anche il senso di “responsabilità” dimostrata da chi materialmente ha predisposto tutti i dati contabili necessari al raggiungimento dei parametri previsti per il raggiungimento del Patto di Stabilità.
Suggerimento: perchè non illustrare ai comuni della nostra Provincia le metodiche usate negli anni al fine del raggiungimento dei parametri previsti dal Patto di Stabilità?
Potrebbe essere che la causa del non raggiungimento di tali parametri negli altri comuni sia da attribuire ad una attività politica gestionale della cosa pubblica non coincidente con gli interessi dei cittadini, alla mancata professionalità e senso di responsabilità degli addetti ai lavori o a tutte e due le cose?