Secondo i magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Palermo, sfruttando la sua posizione di coadiutore nel procedimento di sequestro a carico del campobellese Antonino Moceri, avrebbe distratto dal compendio giudiziario una crivellatrice per poi darla a Gaspare D’Angelo. Nell’operazione “Alba” che i carabinieri hanno compiuto due giorni addietro c’è finito anche il partannese Nicola Clemenza, figura simbolo dell’antiracket in provincia di Trapani. Clemenza, indicato come presidente dell’associazione “Libero Futuro antiracket” della provincia di Trapani, secondo i magistrati, si sarebbe avvalso degli illeciti interventi di Santo La Rocca (anche lui indagato) «al fine di evitare la contestazione di distrazione e cessione all’imprenditore Gaspare D’Angelo di un macchinario agricolo per la lavorazione delle olive». A Clemenza i magistrati contestano i reati di peculato e di agevolazione dell’associazione mafiosa (art. 416 bis.1).
Nell’ordinanza viene citato un episodio che riguarderebbe il sostegno da dare alle elezioni regionali 2022 al candidato di Castelvetrano Francesco Lombardo. Il gip scrive che Santo La Rocca si attiva insieme a Nicolò Clemenza (classe ’59) per incontrare Lombardo nei giorni successivi. E l’incontro sarebbe dovuto avvenire nelle primissime ore del mattino. Il Clemenza coinvolto in questo episodio non è comunque Nicola Clemenza (classe ’69) presidente di “Libero Futuro antiracket”.