Egidio Morici, torna a parlare della “Riserva Naturale del Fiume Belice”.
Lo scorso aprile un video dallo stesso Egidio aveva suscitato non poche polemiche, oltre 70 commenti su questo blog ed una secca replica dell’Ispettore delle Riserve in Provincia di Trapani, Roberto Fiorentino.
(clicca qui per il video e la discussione dello scorso aprile)
Ecco lo stato in cui versa oggi la Riserva, oggi!
Si è aperta una lunga discussione su questo blog, il Preside Francesco Fiordaliso ha proposto un incontro per sabato 22 settembre nell’aula magna del Liceo Classico. Nell stessa discussione, l’ispettore delle Riserve per la Provincia di Trapani, Roberto Fiorentino ha accettato l’invito.
AUTORE. Redazione
Gentile Sig. Egidio Morici, mi sono già espresso sulle condizioni della RNO Foce del Fiume Belice in occasione del video pubblicato nel mese di Aprile 2012.
L’Ispettore delle Riserve della Provincia Regionale di Trapani, Dott. Roberto Fiorentino, con il commento del 07 aprile 2012 scrive di essere disposto a rispondere a tutte le domande in una “tavola aperta”. “Non mi sono mai sottratto alle mie responsabilità. Invitatemi e verrò come sempre” ha scritto lo stesso Dott. Roberto Fiorentino.
A quel punto, ho contattato il Dott. Roberto Fiorentino all’indirizzo email da lui stesso indicato ma ad oggi nulla è cambiato. Nessuna risposta. Intanto le condizioni della riserva restano quelle che sono davanti agli occhi di tutti.
Mi complimento con Egidio Morici per l’opera meritoria di denuncia che porta avanti da tempo. L’unica soluzione che potrebbe permetterci di uscire dall’impasse, che si trascina ormai da troppo tempo, è quella di trasferire la gestione della riserva al nostro Comune, confidando nell’entusiasmo dei nuovi amministratori. In tal senso si è mosso il Sindaco di Marsala per la riserva dello Stagnone, che versa, come quella del Belice, in miserrime condizioni.
Perchè non si interessa della questione il nostro assessore provinciale Lo Sciuto, ex candidato sindaco di Castelvetrano? Ama Castelvetrano solo in campagna elettorale? La competenza della riserva non è direttamente sua ma come membro dell’amministrazione provinciale dovrebbe battere i pugni per una risoluzione adeguata della vicenda e invece da parte sua c’è il silenzio più assoluto. Anche i nostri consiglieri provinciali non dicono nulla. Mi viene da ridere quando il presidente della Provincia Regionale di Trapani afferma: “Mi chiedo a cosa sia servito che la nostra Provincia sia tra quelle più virtuose d’Italia. Non un euro di debito, un bilancio sano, una struttura tecnica e burocratica che funziona a meraviglia pur tra le mille difficoltà imposte da decreti e balzelli”. I nostri rappresentanti provinciali ci hanno abbandonato, se non peggio!
sig. barbera non si stupisca il dott. fiorentino è molto latitante sulla riserva del belice per lui è importante la nomina di ispettore se poi nn viene mai a vederla e non produce qualcosa d’importante non succede nulla….mi creda sig. barbera non si stupisca
Purtroppo ogni anno che passa mi rendo conto che nella mia Sicilia le cose non cambieranno mai. DELUSO di tutto e da tutti. E purtroppo mi devo arrendere e pensare che non ci sarà mai un fututo per i giovani. Alternativa a malincuore, trasfersi in una regione del Nord per capire come funzionano i servizi e rispetto per il cittadino.
Concordo con quanto scrive il Preside Fiordaliso. Demandiamo la gestione e la cura della Riserva all’amministrazione Comunale di Castelvetrano che, pare, fino ad ora, sta dimostrando di avere le idee chiare su come operare e incidere in determinati settori.D’altronde, ormai credo che niente più possiamo aspettarci dalla “delenda” provincia regionale di Trapani, visto che sta per essere soppressa e il nostro territorio inglobato alla provincia di Agrigento che, figuriamoci, avrà tempo, voglia e soprattutto fondi per gestire e curare la Riserva.
Fine istituzionale di una riserva naturale è la tutela e, quindi, la conservazione degli habitat, con le specie animali e vegetali. Le passerelle in un ecosistema come quello della riserva del Belice, sono il massimo dell’incompatibilità (gli uccelli, per esempio, scappavano non appena il calpestio faceva vibrare le tavole della passerella, distrutta dal fuoco, che conduceva alla foce), buone solo, come fa rilevare lo stesso Morici, per consentire ai bagnanti di “raggiungere il mare”. Non è il ripristino delle passerelle (bisogna toglierle e smaltirle correttamente) che bisogna reclamare al gestore, ma la vera salvaguardia dell’area protetta. Salvaguardia che dovrebbe passare attraverso la passione, la conoscenza e la competenza dell’ Ente che ha goduto dell’affidamento della riserva. Qualità che non albergano certo negli Uffici preposti della Provincia o presso gli Uffici comunali che, anzi, hanno esperienza zero. Ho grande stima nei confronti di Giulia Adamo, ma trasferire la gestione della riserva dello Stagnone dalla Provincia al Comune sarebbe come passare dalla padella alla brace. Roberto Fiorentino, ispettore delle riserve naturali in affidamento alla Provincia, è un pubblico dipendente ligio al dovere (nel settore la Provincia non mi sembra che offra di meglio), disponibile al dialogo, ma proprio per quanto attiene alla conservazione naturale non dimostra passione, non sembra che abbia la conoscemza, la competenza, tali che le consentano di confrontarsi con chi queste qualità, in parte, le ha innate. Sbaglia! Ma è per questo che mi evita quando c’è da trattare della tutela del patrimonio naturale del trapanese, è per questo che non risponde ad Antonino Barbera che più che biologo è uno che ha passione nello studio e cura dei resti dei nostri ambienti semi e sub-naturali. Vorrei capire se il preside Fiordaliso (esalta la protesta per le passerelle non curate)vuole che la riserva del Belice sia una vera riserva naturale (come da decreto istitutivo e come vorrebbe il buon senso) o vuole che continui ad essere una sorta di baraccone delle meraviglie, buona per accogliere bagnanti d’estate e bracconieri d’inverno. Mi auguro che, come non pochi cittadini sensibili e rispettosi, pretenda il pieno rispetto dei vincoli di riserva. In questo caso non c’è bisogno di attendere le risposte di R. Fiorentino o di altri funzionari della Provincia, basta che lo stesso Preside coordini ed organizzi un incontro con il nuovo sindaco, avv. Errante, in modo che, con Antonino Barbera e altri ritenuti idonei, possiamo inquadrare e tentare di risolvere tutte le problematiche che attengono al patrimonio naturale (tra i più significativi della provincia anche se poco noto)del territorio di Castelvetrano, con particolare riferimento alla riserva “Foce del Fiume Belice” che andrebbe ampliata (inserimento delle vecchia anse, biotopo d’elezione per l’accoglienza del Pollo sultano, in espansione in seguito al ripopolamento del 2005) e riqualificata, ricostituendo gli specchi d’acqua ad occidente della foce.
Facciamo finta che la provincia di trapani resisti ancora per un pò. E facciamo il conto delle aree protette che vi ricadono, senza nemmeno considerare quelle dell’interno, ma limitandoci a quelle costiere. In senso anti-orario: Riserva dello Zingaro. Monte Cofano di Custonaci. Saline di Trapani e Paceco. Area Marina Protetta delle Isole Egadi. Riserva dello Stagnone di Marsala. Zone RAMSAR dei Margì Milo, Spanò e Nespolilla di Petrosino e paludi di Capo feto di Mazara del Vallo. Riserva dela foce del Belice di Castelvetrano. Diversamente da quel che altri ritengono, mi pare che ce ne siano abbastanza.. e non ho contato, ribadisco, quelle dell’interno, come il pantano leone ( ex depressione ricettacolo di liquami vari, meta di avi-fauna fino a quando non è stata bonificata )od i laghi preola, murana e gorghi tondi ( questi sì veri gioiellini ). Tornando alla spiaggia del belice, si tratta di un arenile immenso, frequentato molto poco intensamente solo alle estremità e solo per 2 mesi l’anno su 10. Mi chiedo che senso abbia reclamare lo sfratto degli umani perchè c’è stato un ripopolamento di polli sultani. Delle due situazioni ( presenza di homo sapiens bagnante e di pollo sultano riportato a forza ), mi sembra molto più naturale la prima. Tra ‘pantano leone’ e ‘preola, murana e gorghi tondi’, invece, mi pare ‘naturale’ solo la seconda. Così come non mi sembra naturale mandare le ruspe a convincere il fiume a ricostituire quelle anse che la natura, per ragioni sue, ha cancellato ad occidente della foce!
Non credo che la denuncia di Egidio Morici tendesse solo a ripristinare le passerelle di legno. Quello che interessa a lui, come a tanti altri cittadini, è la salvaguardia della riserva, che ho contribuito a creare portando alcuni deputati regionali in loco e bloccando, così, il tentativo di lottizzazione della zona. Apprezzo, comunque, la preparazione del sig.Sciabica e la sua proposta costruttiva, invitando tutti a vederci sabato 22 settembre alle ore 11.15 nell’aula magna del Liceo Classico per approfondire la problematica. Mi occuperò io d’invitare le autorità e le associazioni competenti.
@francesco fiordaliso: da quel capisco, all’ordine del giorno della riunione del 22 ci sarebbe una proposta di modifica del regolamento di fruizione dell’area, già oggi parecchio restrittivo, tendente ad interdire del tutto l’accesso a gran parte del territorio della frazione di Selinunte, anzi di più, previa distruzione delle passerelle d’accesso, ( che, calpestate, producono un frastuono intollerabile per gli uccelli, tanto da indurli ad involarsi, per prendere terra poco oltre ) per far spazio alle popolazioni di pollo sultano di recente immigrazione. No, perchè mi pare che la ‘proposta costruttiva’ di taluno stia in questi esatti termini.
Nel ringraziare il preside Fiordaliso, mi auguro che all’incontro del 22/9, organizzato dal sig. Preside, anche Nino Fiorentino possa onorarci della sua presenza. Avrà modo, quanto meno, d’apprendere che le vecchie anse del Belice sono a monte della foce, ad oriente del tratto fluviale modificato negli anni Settanta del secolo scorso e sono ancora vive e vegete (a meno che, come capita ogni anno di questi tempi, il solito vandalo non abbia appiccato il fuoco alla vegetazione ripariale). Ad occidente della foce, nella depressione al limite della scarpata percorsa dal binario a scartamento ridotto, c’era una delle gorghe che in vernacolo prendevano il nome di “vagnateddi”. La siccità degli anni 80, la collocazione della passerella che portava alla foce, l’incuria e la cattiva gestione provinciale hanno cancellato questi tipici specchi d’acqua che possono benissimo essere ricostituiti, così come è avvenuto a Capo Feto, grazie al Life Natura che, tra l’altro, ha portato circa tre miliardi delle vecchie lire a Mazara del Vallo. Peccato che siamo in Sicilia e venute meno le provvidenze europee si è perso tutto. Mi auguro che a Catelvetrano possa registrarsi un’inversione di tendenza.
Invito tutti a restare nel tema principale ossia presunta mancata “gestione della riserva” da parte dell’ente preposto.Se la discussione di questo forum si sposta nelle problematiche tecniche-scientifico dell’habitat-riserva facciamo solo un favore a chi ha la responsabilità della gestione.
Divulgare questo filmato il piu’ possibile e mettere a conoscenza chi potrebbe fare qualcosa penso sia un primo passo…
Qui il tema principale è quello di una mancanza di manutenzione ordinaria come si vede dal filmato,come se il primo video di 4 mesi addietre non ha scaturito nessun imbarazzo… da parte di un ente che promonuove lo slogan “una riserva da vivere” siamo al paradosso!!!
saluti
francesco
Qualcuno, non io, ha parlato di ricostituzione di ‘specchi d’acqua ad ovest della foce’. Quindi ‘vivi e vegeti’ ( sic; rectius: ancora esistenti ) non dovrebbero essere, sennò perché ricostituirli? Certo, questa provincia, per arrivare a modificare il corso di un fiume, con il semplice impiego di una passerella (?) deve essere proprio ‘una forza della natura’!! P.S.. ho consultato qualche documento relativo alla istituzione della riserva; non mi pare di avervi riscontrato il ‘pollo sultano’ tra gli uccelli tipici della zona, ma posso sbagliarmi.
I miei complimenti ad Enzo Sciabica per aver proposto per l’ennesima volta un incontro ed al preside Fiordaliso per aver accolto la proposta.
Al Sig. fiorentino, che spero di incontrare il 22 Settembre presso l’aula magna del liceo classico di Castelvetrano, voglio dire che la fruizione della RNO Foce del Fiume Belice a mio modesto parere andrebbe soltanto meglio regolamentata e di conseguenza controllata (controlli che ad oggi risultano assenti). Sarei felice di vedere numerosi visitatori passeggiare sulle passerelle, si perchè, sempre secondo il mio modesto parere, le passerelle se posizionate in maniera migliore sono compatibili con la riserva. Cosi come, possono essere compatibili con la riserva, i visitatori che desiderano raggiungere la spiaggia, non tutta ovviamente. Insomma protezione e conservazione della natura e delle sue risorse ma anche visitatori e turisti che giocano un ruolo non indifferente nell’economia locale.
Anch’io, in un futuro non molto lontano, vorrei poter definire la RNO Foce del Fiume Belice un vero gioiellino, cosi come Lei, Sig. Fiorentino ha già fatto per RNO Lago Preola e Gorghi Tondi (che però è invasa da almeno 2 specie alloctone invasive Procambarus clarkii e Trachemys scripta).
L’incontro del 22 settembre che il preside Fiordaliso sta preparando, spero possa essere il primo passo verso la rinascita del patrimonio naturale del territorio castelvetranese.
Spero che il 22/9 ilsig.Fiorentino Nino partecipi a questo incontro organizzato dal Professore Fiordaliso, sempre attento e sensibile ai problemi del nostro territorio in tutti isuoi aspetti. Sarà l’occasione poterci incontrare ed avere l’onore di poter strngergli la mano. Potrebbe essere l’inizio di una fattiva collabborazione, fra persone che amano la natura e possono incidere positivamente allo sviluppo di tutte le attività compatibili con essa. Io sono fermamente convinto che se non impariamo ad AMARE MADRE NATURA ed osservare è rispettare le sue leggi ,eterne ed immutabili, avremo un domani pieno di sofferenza per noi e per le future generazioni.
Rimango del parere che si può continuare ad amare madre natura continuando a passeggiare, sostare e prendere il bagno lungo l’intero arenile della foce del belice, come consentito dall’attuale regolamento di fruizione che non v’è alcuna ragione di modificare. Questo è l’unico punto su cui dissento da Antonino Barbera. Per il resto sono d’accordo. I cittadini di Castelvetrano reclamano, mi pare, un’adeguata manutenzione del sito, non credo che siano disposti a rinunciare ad accedervi per far spazio al pollo sultano! Detto, questo, ribadisco altresì il mio convincimento circa la maggior utilità del confronto fra le idee, come avviene sul web, che di quello tra le persone, specie nella nostra bella Sicilia dove, purtroppo, il fattore personale prevale sempre sugli obbiettivi.
Non ditemi che quel pollo strano dell’altro giorno che ci siamo trovati tra i piedi e poi fatto alla brace a casa da amici era il pollo sultano?…non ci posso credere…
a prescindere dal “pollo sultano”, dalle passerelle, dalla ricostituzione delle anse del fiume resta sempre il fatto che la riserva praticamente non è gestita, ogni tanto arriva una commissione e spende un pò di soldi per rifare le passerelle che sistematicamente dopo poco tempo ritornano come e peggio di prima, per non parlare della generale situazione di degrado che esiste nell’area, ma alla fine è così difficile costruire una torretta per poter controllare in maniera adeguata la riserva.
Sono finalmente riuscito, con non poca difficoltà ( il che la dice lunga sulla trasparenza ed efficienza delle gestioni ambientali nel nostro paese )a consultare il regolamento di fruizione della riserva del belice ( D.A.R.T.A. n° 823/1987 – G.U.R.S. n° 37/’87 – S.O. ). Ha ragione Antonino Barbera: la balneazione è libera tranne che nel tratto di costa compreso tra la latitudine 41’39’ N e latitudine 41’42’ N “che l’ente gestore provvederà a delimitare”” ( art. 1, lett ‘e)’) Da quel che mi risulta, non esiste alcuna evidenza fisica di tale limite. Nè, se ne può attribuire una colpa all’Ente Gestore: sfido chiunque, infatti, ad inviduare tali coordinate, che andrebbero espresse in gradi (°), primi (‘) e secondi (“). Qui ci sono due coppie di valori tutte espresse solo in primi (‘). Inoltre si tratterebbe, ove espressa correttamente, di una differenza di latitudine, ossia di un tratto che si sviluppa per Nord-Sud. Tutti noi sappiamo, invece, che il lido del belice si sviluppa per Est-Ovest. Quindi dov’è che non si può fare il bagno? E perché? Forse perché vi sbocca il fiume, come presumo io? Non capisco ma, da cittadino ligio alle leggi, mi adeguo. Di sicuro non è per il pollo sultano, sconosciuto in zona al momento della istituzione della riserva.
queste coordinate non hanno senso a meno che non si tratti delle coordinate prese con riferimento Monte Mario Roma, ormai usate molto raramente,allora in tal caso si dovrebbe fare una ricerca approfondita per capire a quali coordinate geografiche internazionali realmente corrispondono e non è per niente facile fare la conversione. comunque in tutti i casi per poter avere una visione chiara dei punti dove dovrebbe essere vietata la balneazione, che poi secondo me sono i 200 mt. ad est ed a ovest della foce del fiume belice per come previsto dalle normative nazionali, manca sempre la longitudine.
@antonino leone. Appunto. Io le ho prese dal decreto, nel testo della Gazzetta Ufficiale disponibile in rete. Se qualcuno ha la versione a stampa ( per esempio l’Ente gestore ) può controllare: il decreto n° 823 del 30 maggio 1987 è pubblicato nel supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale della Regione Sicilia n° 37 del 22 agosto 1987.
Le coordinate che non hanno senso e le delimitazioni delle zone precluse alla balneazione (i 200 mt. dalle foci valgono per le aree libere, le riserve naturali sono un’altra cosa e valgono i relativi regolamenti) le impone l’ARTA dietro segnalazione e sollecitazione dell’Ente gestore di una riserva. Non prestate attenzione a Nino (per parte di pade) Fiorentino (per parte di madre)o Valenziano (pseudonomi usati dalla stessa persona)perchè lui i regolamenti delle riserve li legge a modo suo. I regolamenti sono allegati ai Decreti istitutivi e non c’è decreto, non c’è regolamento che nella “Norma Finale”, non impongano: “Nella riserva è inoltre vietata ogni altra attività che possa compromettere la protezione del paesaggio, degli elementi naturali, della vegetazione e della fauna”. Sta all’Ente gestore individuare le criticità che possono compromettere i summenzionati valori e rimuoverli, con la modifica del regolamento che è flessibile. La Provincia, evidentemente, non è nelle condizioni di potere percepire le criticità che, invece, un naturalista, un ambientalista serio colgono. Oltre al raggiungimento del fine istituzionale, l’Ente gestore, per tentare di educare tutti (è pagato anche per questo) al rispetto della natura, deve sapere organizzare e programmare l’apertura al pubblico nella maniera più efficace. Se il gestore, in questo senso, vuole fare buon viso a cattivo gioco, posso capire il discorso di Antonino Barbera sulle passerelle e sulle passeggiate da concedere ai visitatori, ma se vogliamo essere veramente onesti e trasperenti ritengo che sia opportuno rimandare le discussioni tecniche alla conferenza del 22/9/2012. Nino Fiorentino non si è lasciata sfuggire l’occasione per parlare del Pollo sultano che non era presente neanche nella RNI Lago Preola e Gorghi Tondi, nel 1998, quando è stata istituita (il 19/9/2005, sono stato il primo a rilevare e descrivere la presenza del Rallide in riserva – “Atlante della biodiversità della Sicilia”, ARPA Studi e Ricerche, 2008), ma non ha detto se ci onorerà della sua presenza nella conferenza del 22/9/2012.
per enzo, guarda che la spiaggia non fa parte della riserva, quella arriva sino alle dune, è sempre demanio marittimo (chi le aveva rilasciate le concessioni agli alberghi?)ed i 200 mt. a destra ed a sinistra dalla foce del fiume valgono anche là, perchè in quei 200 mt. non è vietato sostare in spiaggia ma è vietata la balneazione.
Non posso evitare di ribadire un concetto. Scambiare opinioni con Lei, Sig. Fiorentino, è sempre costruttivo. Voglio citare l’Art. 1 lettera ‘e)’del Decreto 30 maggio 1987 (pubblicato sul S.O. alla G.U.R.S. n. 37 del 22 agosto 1987):
nel territorio è consentito praticare la balneazione, salvo che nel tratto di costa compreso tra la latitudine 4l’39’ nord e latitudine 4l’42’ nord che l’ente gestore provvederà a delimitare. L’ente gestore può, inoltre, istituire altri divieti temporanei di balneazione, in aree appositamente delimitate e segnalate, al fine di evitare cause di disturbo alla nidifícazione degli uccelli.
Tale regolamento prevede, in linea con il mio pensiero, la balneazione, senza però dimenticare che la RNO Foce del Fiume Belice è stata istituita al fine di una conservazione e ricostituzione delle formazioni dunali, della flora e della fauna tipica delle dune. Come si puo leggere all’Art. 2 del decreto istitutivo (Decreto 14 marzo 1984, pubblicato zul S.0. alla G.U.R.S. n. 21 del 19 maggio 1984).
Enzo Sciabica ha detto bene. Oltre al raggiungimento del fine istituzionale, l’ente gestore, deve regolamentare l’apertura al pubblico nella maniera meno impattante. Colgo comunque l’invito a rimandare le discussioni tecniche alla conferenza del 22/9/2012.
@antonino barbera: ho già avuto modo di espimerLe la mia stima per le sue competenze in campo naturalistico, stima che rinnovo. Mi consenta, quindi, di esprimermi, nell’ambito di quel famoso ‘confronto costruttivo’, in campo normativo. Ai sensi dell’articolo che ci interessa, da Lei riportato, la libertà d’accesso alla riserva è la regola, il divieto l’eccezione. L’ente gestore, infatti, può istituire altri divieti, ma solo di balneazione, solo ‘temporanei’ ed in ‘aree appositamente delimitate e segnalate’ ed al solo ‘fine di evitare cause di disturbo alla nidificazione degli uccelli’. Che, per esempio, nel caso del ‘fratino’ avviene tra marzo e maggio: in adriatico, infatti, ne tengono conto per la pulizia delle spiagge, che lì non avviene a giugno o luglio, come a Mazara del Vallo. Ritengo che possa ben sopportarsi, tra marzo e maggio, un divieto di balneazione lungo un tratto ben individuato e circoscritto del meraviglioso arenile del Belice. Una curiosità. Ai sensi del successivo art. 2, quello sui divieti, lettera ‘f)” ‘è vietato introdurre specie animali estranee alla fauna della zona”. Quindi, per come la vedo io, il famoso ‘pollo sultano’ assente all’atto della istituzione della riserva, dovrà trovarsi un altro posto per ‘ripopolarsi’.
ma pensa te …che sfiga.
@nino fiorentino: “la libertà d’accesso alla riserva è la regola, il divieto l’eccezione”. Quoto pienamente. Diventa a questo punto fondamentale individuare le eccezioni, infatti, dal punto di vista biologico, specie quali il Fratino posono nidificare anche nel mese di Luglio in queste zone. E’ quanto sta accadendo alla colmata B di Mazara del Vallo, evento riportato dal quotidiano “La Sicilia” del 20 luglio 2012. Purtroppo non sono l’ente gestore e della riserva in questione, ma se lo fossi, il mio obiettivo sarebbe quello di individuare le zone di nidificazione e a quel punto delimitarle e segnalarle per vietare temporaneamente l’accesso a queste aree, al fine di evitare cause di disturbo alla nidificazione degli uccelli. Un intervento di questo tipo Lei stesso nel precedente commento lo ha definito ben sopportabile.
Per quanto attiene l’Art. 2 lettera ‘f’, il Suo punto di vista risulta sbagliato. Un cane al guinzaglio o un alligatore possono risultare specie animali estranee alla fauna della zona. Il pollo sultano anche se non presente all’atto di istituzione della riserva è un rallide tipico delle zone umide ricche di vegetazione ripariale. Il Pollo sultano è legato agli stagni retrodunali, alle paludi costiere ed ai tratti terminali dei corsi d’acqua. Quindi la RNO Foce del Fiume Belice sarebbe un posto idoneo per il ripopolamento del pollo sultano che è caratterizzato da uno status di conservazione sfavorevole (SPEC 3: rara) secondo la IUCN. Anche la RNO Lago Preola e Gorghi Tondi, è stat istituita nel novembre 1998 in assenza del pollo sultano, che è stato ben accolta nel 2009 in occasione della prima nidificazione (http://www.mazaraonline.it/?p=557).
Infine per quanto riguarda le coordinate, apparentemente senza senzo, riportate nel regolamento della riserva ho delle novità. Grazie ad un contronto con il Prof. Cipriano Di Maggio (Università degli Studi di Palermo), persona preparata e disponibile che voglio ringraziare, la soluzione più logica e probabile sembra essere una soltanto: considerando l’area interessata, i valori di latitudine che si volevano esprimere forse sono (37° 34′ 41,39” N) e (37°34′ 41,42” N). Praticamente hanno lasciato i valori di 37° 34′ come sottintesi. Questi possono variare di più 6′ o di meno 6′ a seconda del sistema a cui si fa riferimento.
Sig. Leone, nel commento del 26/7, ore 18,10, la questione dei 200 mt. dalle foci dei fiumi l’ho chiusa tra parentesi, visto che essendo scontata nelle aree libere a maggiore ragione lo è nelle riserve naturali. Oltre ai 200mt. (che rimane una semplice questione di sicurezza), l’Ente gestore può e, nel caso della foce del Belice, deve adottare tanti altri divieti (brutto termine per chi dal 1984 è abituato all’abbandono totale dell’area protetta) a tutela dei valori paesaggistici e naturalistici, come da legge, decreto istitutivo e regolamento. Fiorentino, quello che ho detto nel commento del 26/7 lo ha letto, tanto che non ne parla più anche se continua a comportarsi come la farfalla quando gira attorno al lume. I regolamenti di una riserva si rifanno a tante altre normative che si dovrebbero conoscere altrimenti rimane sempre il rischio della cattiva interpretazione. Mi sono permesso di parlare delle vecchie anse del fiume e del Pollo sultano perchè so quello che dico (a differenza di Fiorentino). Sulle anse mi riservo di ritornarci il 22/9 (con la speranza che N. Fiorentino Valenziano possa essere presente anche se non ha ancora risposto), ma sul Pollo sultano va, intanto (non tutti tra l’altro saranno presenti il 22/9), detto che il Ministero dell’Ambiente, con l’ISPRA ex INFS, ha identificato proprio la foce del Belice come “Areale potenziale” per il raro Rallide. A Nino Fiorentino, se il 22/9 non dovesse essere a Castelvetrano, visto che si dedica alla ricerca sul web, gli consiglio di rintracciare il “Piano d’azione nazionale per il Pollo sultano (vi rendete conto quanto costa la protezione della natura?) – Quaderni di Conservazione della natura N. 8, del 2001, a cura del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio, Servizio Conservazione della Natura e dell’ex Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica (attuale ISPRA).
P.s. Al sig. Leone consiglio di chiedere alla provincia di Trapani una cartina della RNO “Foce del fiume Belice”, con la perimetrazione dell’intera area sottoposta a vincolo.
Se l’invito del Preside Fiordaliso è rivolto anche a me, cercherò di essere presente il 22 settenbre. Per il resto in democrazia è permesso dire, scrivere e filmare di tutto. Ma Vi siete chiesto quante persone in estate entrano in Riserva? Quanti rispettosi dell’ambiente e quanti no? Quanta spazzatura viene raccolta? La Legge Finanziaria Regionale, cui fa riferimento il Preside per la gestione ai Comuni, prevede anche che i fruitori delle riserve siciliane debbano pagare. Sicuramente ciò aiuterà gli Enti Gestori a risolvere molti problemi di natura economica. I servizi dovrebbero essere più efficienti. Ma la Comunità che dirà? Noi siciliani abituati ad avere quasi tutto gratis, come reagiremo quando alle sbarre della Riserva ci saranno i cassieri dei subgestori privati?? Allora anche il signor Egidio dovrà pagare per filmare il fruscio delle canne.
L’incontro da me proposto ha lo scopo di mettere a confronto le idee sulla gestione della riserva per formulare delle proposte positive e costruttive. La critica fine a se stessa non serve a niente, ma è utile come denuncia prima e come presa di coscienza del problema poi, per arrivare infine alla soluzione del problrma. L’ispettore Fiorentino, in tale ottica, sarà il benvenuto e potrà dare, per le sue competenze acquisite sul campo, un notevole contributo alla discussione.
Dai commenti qui letti ho notato particolare interesse per la Riserva del Fiume Belice che è stata anche oggetto di studio della mia tesi per circa tre anni, è importante trovare una linea comune per risolvere un bene che è di tutti.
Valuto solamente alcune cose: la mancanza di rispetto del patrimonio naturalistico e ambientale dei fruitori delle aree naturali e forse una legge ambientale che va rivista . Credo vivamente nel confronto e nel dialogo per trovare delle soluzioni che possano migliorare nel nostro caso la riserva. Rimango attento e presente ad un eventuale incontro per quello che le mie competenze professionali possono. Un saluto a tutti gli amici della Riserva. Dott forestale Filippo Cirabisi
Caro Filippo, pù siamo e meglio è. Si metta in contatto con il preside Fiordaliso (commento del 25/7, ore 8,52) che sta organizzando l’incontro del 22/9. Avrei il piacere di conoscerla prima per cui, se è possibile, gradirei avere un suo recapito. All’amico Roberto Fiorentino voglio ricordare che, considerate le ridotte dimensioni (Stagnone escluso) delle nostre riserve naturali, sono stato tra i primi a suggerire l’accorpamento delle gestioni (cosa puntualmente avvennuta per L. Preola e G. Tondi – Saline di Trapani e Paceco – Torre Salsa, in seguito al I Bando pubblico per l’affidamento)e l’istituzione del ticket per l’ingresso. Lo scopo del ticket (con la ricerca di altre entrate), a mio avviso, potrebbe essere quello di rendere il gestore quanto più autonomo possibile dalla Regione che sino ad oggi ha finanziato (con tutte le conseguenze politico – clientelari) le spese per la conduzione. Il ticket presuppone, però, il perfetto funzionamento (risultato che può essere garantito solo da personale specializzato) delle riserve dove, per esempio, sarà possibile ascoltare “il fruscio delle canne”, ma non lo schiamazzo di chi, fino ad oggi si è introdotto nelle riserve naturali regionali senza il controllo di nessuno. Uno dei più importanti zoologi italiani, Alberto Simonetta, ha scritto che nei paesi dell’Europa dell’est, prima della caduta del muro, la gestione delle aree naturali avveniva attraverso l’affidamento a cooperative che venivano valutate in base a dei punteggi. Se i punteggi venivano raggiunti la cooperativa affidataria poteva continuare nella gestione, veniva estromessa e sostituita nel caso contrario (come dice Simonetta “poteva darsi all’ippica”). Caro Roberto, ritengo che le vera democrazia, per i comuni mortali, sia questa.
Rispondo ad antonino barbera a proposito del fratino: l’attenzione che si presta sulle spiagge adriatiche ai nidi di fratino, nei mesi da marzo a maggio, è dovuta non tanto alla nidificazione, bensì alla deposizione delle uova ed ai primi passi dei pulcini in quel ristretto lasso di tempo. Ovviamente Lei questo me lo insegna. Ma, in ogni caso, la colmata B non è certo un posto ove favorire, in nessun tempo, la nidificazione del ‘fratino’ né di alcun altro esemplare di volatile, pesce, mammifero, rettile od anfibio, eccezion fatta per i primati della specie homo sapiens. Nei pressi c’è di più e di meglio, come siti idonei alla bisogna. A proposito, devo fare ammenda: nell’elencare i numerosissimi siti litoranei d’interesse paesaggistico e/(o ambientalistico e/o naturalistico che conta la sopprimenda provincia di Trapani, ho dimenticato d’inserire il ‘sistema dunale’ di Capo Granitola. E così anche Campobello di Mazara è servita. P.s.: posso approvare il suo parere tecnico a favore dell’introduzione del ‘pollo sultano’ presso la foce del Belice, ma se ci atteniamo all’attuale normativa, se mi presento io all’ingresso della Riserva posso tranquillamente entrare, il ‘pollo sultano’ invece no.
@ valenziano: sulla colmata b e siti idonei alla nidificazione del fratino, abbiamo già discusso a lungo. Conosciamo entrambi qual è il nostro punto di vista sulla questione. Quindi preferisco restare in tema, anche se le questioni tecniche saranno affrontate il 22/9, presso l’aula magna del Liceo Classico di Castelvetrano.
Per quanto attiene il pollo sultano, può indicarmi meglio quale punto della normativa vieta l’ingresso a questa specie?Forse non ha letto il commento del Sig. Sciabica, postato il 28/07 ore 16.16: “…il Ministero dell’Ambiente, con l’ISPRA ex INFS, ha identificato proprio la foce del Belice come “Areale potenziale” per il raro Rallide”. Di seguito, il link dove poter consultare il “Piano d’azione nazionale per il Pollo sultano”. La invito a leggere la tabella 2 di pagina 16.
http://www.minambiente.it/export/sites/default/archivio/biblioteca/protezione_natura/qcn_pollo_sultano.pdf
@antonino barbera: non vorrei apparire pignolo, ma un conto è lo scambio di opinioni, amabile o polemico che sia, un altro il rispetto della normativa vigente. Ora, la colmata ‘B’, notoriamente, non è un sito destinato alla protezione faunistica, bensì ad usi portuali, quale che sia la nostra opinione, conforme o difforme. Mentre la Riserva naturale del Belice è un sito destinato sì alla conservazione e ricostituzione delle formazioni dunali, della flora e della fauna tipica delle dune, ai sensi dell’art. 2 del D.A. del 14/3/1984 (pubblicato su G.U.R.S. n° 21/’84) ma secondo i criteri, molto rigorosi, di cui all’art. 2 del D.A. del 30 maggio 1987, pubblicato in S.O. alla G.U.R.S. n° 37 del 22 agosto 1987, prevedente, fra gli altri, alla lettera ‘f)’, il divieto di “introdurre specie animali o vegetali estranee alla fauna ed alla flora della zona. L’eventuale reintroduzione di specie scomparse dovà essere autorizzata dall’Assessorato Regionale del Territorio ed Ambiente, previo parere del Consiglio regionale per la protezione del patrimonio naturale”,a nulla rilevando, quindi, riguardo il ‘pollo sultano’, il parere mio, Suo, o di altri, né del Ministero dell’Ambiente o dell’ISPRA, che, al limite, potranno fornire documentazione a supporto di un’eventuale richiesta in tal senso. Ammesso ( e non concesso )che veramente si possa provare che il ‘pollo sultano’ sia una specie già presente in sito e, successivamente, scomparsa. Da ultimo, ricordo che, a prescindere dal parere mio o di altri, la gestione della Riserva è affidata all’Ente gestore che, a mia memoria, non siede presso l’aula magna del Liceo Classico di Castelvetrano.
@nino fiorentino: sul fatto che la colmata B sia un sito destinato ad usi portuali nulla da ribadire. Sul fatto che possa cambiare destinazione d’uso, opinione condivisibile o meno, resta sempre e soltanto una opinione personale.
Conosco bene il regolamento della RNO Foce del Fiume Belice, ma sulla questione del pollo sultano forse ci siamo fraintesi. Infatti, anche se ho parlato del piano d’azione nazionale e il Sig. Sciabica di reintroduzione di questa specie, quello che io intendo dire è che il pollo sultano potrebbe anche scegliere la riserva come luogo di sosta e riproduzione spontaneamente e senza bisogno che nessuno lo reintroduca con l’autorizzazione di ARTA o CRPPN.
Ho anche portato l’esempio di quanto avvenuto alla RNO Lago Preola e Gorghi Tondi, dove il pollo sultano è tornato a nidificare dopo 50 anni e in maniera naturale. Non mi faccia pensare che che qualcuno lo abbia reintrodotto in quella riserva senza autorizzazione di ARTA e CRPPN, quello si sarebbe grave.
L’ente gestore non siede presso l’aula magna del Liceo Classico di Castelvetrano, ma ha dato disponibiltà per l’incontro, del resto sarà una occasione per trovarci tutti insieme e scambiare le nostre opinioni sulla gestione della riserva, un po’ come sta accadendo in queste pagine virtuali.
Fiorentino la salvaguardi della biodiversità non è pane per i suoi denti (che ne sa lei di Fratini). Nel caso delle specie autoctone estinte, quello che lei accenna va bene solo nel caso dei ripopolamenti (che debbono essere eseguiti da personale esperto sulla scorta di idonei progetti che ne possano garantire la riuscita, vedi, per esempio, foce del Simeto)), ma se il Pollo sultano dalla riserva L.Preola e G. Tondi si sposta o si espande nella riserva Foce del Belice (ci sono tutti presupposti che qui non posso spiegare), si fa un piano per eliminarlo? Se la rarissima Anatra marmorizzata dalla Tunisia si porta nella RNI L. Preola e G. Tondi (com’è avvenuto)la si elimina? Assolutamente no! Anzi, come fa il Ministero, si investe nei Piani Nazioni per tentare di garantirne la permanenza. Fiorentino o Valenziano, si occupi di porti (senza però abusare visto che c’è qualcuno che ha saputo identificarlo) anche perchè ancora una volta, con il commento del 31/7, ore 16,30, mi dimostra che vuole rimane isolato nel suo anonimato. Più di quanto sta facendo il preside Fiordaliso per la riserva del Belice, in provincia di Trapani non si può, per questo tutti i naturalisti, tutti i politici, tutti i tecnici non possono che appoggiarlo.
@antonino barbera: condivido parola per parola. Non sono certo io che ho parlato, testualmente, di “ampliamento della riserva per accogliervi il pollo sultano in espansione dopo il ripopolamento del 2005”. Converrà che tale espressione appare ambigua. Ho solo voluto chiarire, come Lei, che il pollo sultano non può essere trasportato all’interno della riserva del Belice. Se vi compare spontaneamente, non lo so. Non sono qualificato a rispondere, ma sarei curioso di apprenderlo da altri che lo siano. Di certo l’animale non è autoctono della foce del belice, non avendo mai popolato quel sito in passato, diversamente da quel che accaduto nei laghi preola e gorghi tondi. Come vede, ho fatto buon uso del link che ha gentilmente offerto alla disponibilità degli interessati. Del resto se, negli ultimi 7 anni, nonostante la vicinanza tra Selinunte e san Nicola, il pollo sultano non ne ha voluto sapere di colonizzare la foce del belice, come dicono gli esperti (scherzo ) Aldo, Giovanni & Giacomo: “ci sarà il suo motivo”.. L’appunto sull’Aula Magna non era diretto a Lei, ma al preside Fiordaliso: va bene stimolare ed aiutare il dibattito, ma è bene anche non perdere mai di vista le competenze fissate per legge: l’ispettore Fiorentino non ha maturato competenze ‘sul campo’, né è suo compito ‘contribuire alla discussione’. L’ispettore Fiorentino è l’Organo Competente alla gestione della Riserva. Presentarlo diversamente mi pare alquanto riduttivo, per non dire altro.
Scopo dell’incontro da me proposto è quello di discutere e confrontarci sul problema della gestione della riserva della foce del Belice, nata per salvaguardare un ambiente di peculiare bellezza paesistica e di notevole interesse naturalistico. Le condizioni miserrime in cui si trova la zona sono sotto gli occhi di tutti, grazie anche al video realizzato dal sig. Morici. Realizzare il convegno a scuola serve anche a sensibilizzare, e quindi ad educare, le nuove generazioni a considerare il territorio in cui vivono un dono di Dio da salvaguardare e da fruire secondo la conceazione ormai diffusa dello sviluppo sostenibile. Il Sindaco, da me interpellato, si è mostrato felice di farsi carico, assieme alla scuola, della gestione dell’iniziativa, che, così, assume tutti i crismi istituzionali. Nessuna volontà, se non quella di servizio, nel proporre e nel farmi carico dell’iniziativa.
@valenziano: l’ampliamento della riserva, a prescindere dal presenza del pollo sultano, non è un’idea cosi malvagia, viste le potenzialità naturalistiche del territorio in questione. Non dimentichiamo, inoltre, che le anse del fiume Belice senza la tutela di una area protetta, sono soggette ad incendi di natura dolosa con cadenza annuale. Sulla possibilità che il pollo sultano espanda il proprio areale di distribuzione, e si porti a nidificare anche alla RNO Foce del Fiume Belice, non posso darle la certezza. Una cosa però è certa, l’habitat e le risorse biotiche della riserva sono potenzialmente idonee ad ospitare specie come il pollo sultano ed altre. A mio modesto parere, servirebbe un minimo di attività di controllo. Addestramento dei cani da caccia, motocross, sorvolo di velivoli a motore sono tutte attività incompatibili con la presenza di specie diffidenti come il pollo sultano e numerose altre. Ecco alcuni dei “buoni motivi” che Lei sta cercando.
Saluti
Bene. A questo punto si possono tirare le fila individuando i possibili schieramenti. 1) modalità fruizione della riserva: a)a pagamento (R.Fiorentino, E. Sciabica) b) libera ( resto del mondo ); 2) passerelle: a) rimozione ( Sciabica ) b) manutenzione ( resto del mondo )3) ‘pollo sultano’ a)sì, sotto l’egida del Ministero dell’Ambiente( Sciabica )
b) no, perché vietato, essendo specie alloctona (Assessorato territorio ed Ambiente )c) sì, a condizione che sia spontaneo ( A. Barbera) 4) gestione della riserva: a) continuare con la provincia (nessuno: la provincia sta per essere abolita ) b) comune di Castelvetrano ( non pervenuto ) c)’avv. Errante, sindaco di Castelvetrano, insieme con Antonino Barbera ed altri ritenuti idonei sotto il coordinamento del preside Fiordaliso ( tratto dal commento di E. Sciabica del 24 luglio, ore 18.53: l’assise dovrebbe ‘inquadrare e tentare di risolvere tutte le problematiche ambientali che attengono al Comune di Castelvetrano )d) Comune di Castelvetrano di concerto con il Comune di Menfi ( io ). Se sbaglio mi corrigererete..
Sig. Nino Fiorentino, alieno o alloctono ci sarà Lei, dato che la forma nominale Porphyrio p. porphyrio (Pollo sultano)è esclusivamente del Paleartico occidentale (la regione biogeografica che comprende anche la Sicilia). Fino agli anni 50, periodo in cui si fa risalire l’estinzione, del secolo scorso è stata una specie tipica della Sicilia, mentre in Sardegna è sopravvissuta fino ai nostri giorni. Per la Sicilia orientale (grazie alla presenza dell’Università di Catania) esistono dati certi, mentre non altrettanto può dirsi per la Sicilia occidentale. L’ornitologo mazarese, socio fondatore della S.O.I. (Società Ornitologica Italiana), cav. Aurelio Burgio, per la provincia di Trapani, ha lasciato una testimonianza sulla permanenza del Pollo sultano nella palude di Murana, ma per la Sicilia occidentale (i riferimenti di Sorci, Orlando mi sembrano semplici segnalazioni)non ci sono altre notizie storiche degne di nota. Vecchi cacciatori, anche di Campobello di Mazara, tra gli anni 60 – 80, mi hanno riferito di avere osservato “u Addu (Sicilia sud-occidentale)o u Masculu (Sicilia occidentale) di fiddecculi” (Pollo sultano che in Sicilia orientale prende il nome di Addu fascianu). Il Rallide, quindi, poteva essere benissimo presente anche lungo il fiume Belice. L’ARTA Sicilia non si permetterebbe mai di scrivere che il Pollo sultano è una specie alloctona, ma, per N. Fiorentino (Valenziano)non ci sono limiti. Ammesso (ma non concesso) che il Pollo sultano non arriverà mai naturalmente nella riserva del Belice, l’ARTA Sicilia, dietro un progetto idoneo, come quello che è stato finanziato per la riserva “Biviere di Gela”, non negherà mai l’autorizzazione al ripopolamento di altre riserve siciliane potenzialmente idonee ad accogliere l’uccello. L’Ue, tra l’altro, ha inserito il Pollo sultano, tra le “specie prioritarie” per l’assegnazione dei finanziamenti Life Nature, altro che specie alloctona! N. Fiorentino (Valenziano), butti giù la maschera e il 22/9 sia con noi a Castelvetrano.
Tutto ciò che so del ‘pollo sultano’ in Sicilia lo devo ad Antonino Barbera ed al suo pregiatissimo link, ove si può leggere che non v’è memoria storica della presenza del ‘pollo sultano’ presso al foce del Belice. Circostanza che lo qualifica,ad oggi, come ‘alloctono’, quindi insuscettibile di essere reintrodotto, o meglio, introdotto, a forza presso la foce del Belice, ai sensi di un Regolamento di tutela che, di certo, non ho scritto io per far dispetto a qualcuno. E pazienza se, per il disturbo, è previsto lo stanziamento di fondi a valersi sul progetto ‘Life Natura’. Nel frattempo, da dilettante appassionato di avi-fauna e del territorio, mi sono chiesto come mai il ‘pollo sultano’ snobbi la foce del Belice; conoscendo tutti i siti citati, tranne il biviere di Gela, ossia quello di Lentini, i laghi di Mazara, e la foce del Belice, una risposta me la sono data, semplice e scontata: al Belice non c’è abbastanza acqua dolce, e quella poca disponibile non è adeguatamente protetta da vegetazione palustre, ove l’animale potrebbe ripararsi. Giro questa mia ipotesi ad Antonino Barbera, nel caso voglia, da competente, prenderla in una qualche considerazione. In ogni caso definire ‘sic et simpliceter’ la foce del Belice ‘sito potenzialmente idoneo ad accogliere l’uccello’, e dichiarare che “l’ARTA non negherà mai l’autorizzazione” mi sembra una forzatura, anche se a parlare fosse l’assessore regionale in persona. E pazienza se il ‘pollo sultano’ è inserito tra le specie prioritarie per l’assegnazione dei finanziamenti ‘Life Natura’.
Sig. Fiorentino, premesso che, condivido pienamente il commento di Enzo Sciabica del 02/08 00.44, voglio chiarire a tutti i lettori che il pollo sultano NON è una specie alloctona. Basti documentarsi sull’areale di distribuzione di questa specie e sulla definizione di areale. Nel piano d’azione per il pollo sultano al paragrafo 2.2.2 pagg. 13-20, si può leggere che: “Nell’ottocento la specie si riproduceva con certezza in Sicilia…In Sicilia il pollo sultano era comune in provincia di Catania e Siracusa…nelle zone umide presso vittoria e presso Mazara del Vallo”. In conclusione il pollo sultano è una specie autoctona per la Sicilia a differenza del gambero rosso della Louisiana (Procambarus clarkii) o della tartaruga (Trachemys scripta e subsp).
Un eventuale stanziamento di fondi per la reintroduzione del pollo sultano è chiaro che non riguarderebbero le mie finanze. E non è quello il mio obiettivo. Per quanto mi riguarda sarei disposto ad occuparmi della reintroduzione di questa specie sotto forma di volontariato, il mio amore e la mia passione per la protezione e conservazione della natura non hanno prezzo.
La sua ipotesi sulla assenza del pollo sultano presso la RNO Foce del Fiume Belice non la condivido del tutto. La quantità d’acqua dolce e l’abbondanza di vegetazione palustre, rappresentano condizioni importanti per la biologia di questa specie e non solo, ma le cause della sua assenza vanno ricercate altrove.
Caro Barbera, altri hanno richiamato i fondi ‘Life Natura’, non lei. Sull’esatta definizione di autocto od allocto-nia da Lei non posso che apprendere. Sulle potenzialità della foce del Belice ad accogliere il pollo sultano, da dilettante ( allo sbaraglio!), mi interrogo anche sulla vulnerabilità di esemplari ivi stanziati in un sito molto più praticabile da predatori, uccelli rapaci, canidi o felini, rispetto, per esempio, ai gorghi tondi. Ho appreso, inoltre, che il ‘pollo sultano’ si nutre anche di anatroccoli, per cui la sua presenza in un sito destinato alla protezione dei palmipedi mi pare inconferente. O, quantomeno, oggetto di attenta analisi preventiva, alla luce delle vigenti disposizioni riguardante il sito.
Fiorentino, veda che oggi il Pollo sultano (a quanto pare per espansione in seguito al ripopolamento della foce del Simeto e del Biviere di Gela) si riproduce anche nella Salina (altro che acque dolci) di Priolo. In Spagna popola anche le marismas e le garantisco che il bellissimo Rallide (definito capolavoro della natura, attira tanti veri turisti, mi riservo di divulgare una mia foto che ritrae una coppia) popolerà la foce del nostro fiume quando, con il sistema dunale, sarà resa vera riserva naturale. Non si preoccupi degli anatroccoli e lasci fare alla natura, si preoccupi piuttosto dei cani, posti a guardia dei vigneti (per tenere a bada i conigli), della riserva Lago Preola e Gorghi Tondi che predano di tutto. L’aspetto sempre a Castelvetrano.
La politica affonderà tutto cari amici, una volta c’era Nuova Sicilia un partito politico massima espressione del clientelismo siciliano.
Il suo leader Pellegrino ha formato due suoi allievi che non a caso oggi sono nei posti di comando provinciali:
-il primo al comando dell’amministrazione dell’aeroporto di Birgi
-il secondo dirigente dell’assessorato territorio e ambiente di Trapani che gestisce la riserva.
Buona fortuna a tutti noi. ne abbiamo davvero bisogno
evviva la meritocrazia
saluti
Lasciar fare alla natura? D’accordissimo. Ho letto da qualche parte che il ‘pollo sultano’ dalle parti di Priolo c’è arrivato con l’aereo. Partito da Valencia.
I Polli sultani provenienti da Valencia sono serviti per effettuare i primi ripopolamenti della Foce del Simeto e Biviere di Gela. Se Fiorentino è così cortese di citare la fonte relativa ai Polli sultani della Salina di Priolo provenienti da Valencia renderà un grande servigio all’ornitologia. Si rimane in attesa di riscontro.
@gianni marino. Ho citato a memoria, dopo aver letto che nella Sicilia orientale i ‘polli sultani’ sono arrivati a bordo di comodi jets, circostanza che Ella conferma. O magari erano aerei ad elica e sarò severamente redarguito per questa imprecisione. Resta il fatto che, per come la vedo, io solo un animale stupido come l’homo sapiens ( ? ) poteva concepire l’impiego di un aereo per trasportar volatili!
Come dice Marino i Polli Sultani del progetto INFS/Regione Siciliana sono stati immessi esclusivamente presso la foce del Simeto e il Biviere di Gela. I Polli sultani che ora si riproducono presso la Salina di Priolo (acqua salata di questo parlavamo) non hanno nulla a che dividere con quelli (potranno forse essere discendenti) rilasciati al Simeto e a Gela. Alla richiesta di Marino della fonte che attestasse la provenienza valenciana dei Polli sultani di Priolo, Fiorentino o Valenziano si è perso. L’Homo sapiens è certamente una delle espressioni più significative della natura, ma non dovrebbe mai dimenticare il famoso monito di Ippocrate: “La Natura va assecondata piuttosto che forzata e sovvertita”. Nel caso del trasporto aereo, con la reintroduzione dei Polli sultani in Sicilia, la natura è stata assecondata.
Un giorno un noto esploratore, di cui non cito il nome perchè scomparso, si mise in testa di raggiungere il polo nord con il suo cane. Non riuscendoci, fu soccorso da un aereo, con il quale, già che c’era, sorvolò il Polo. Ritornando dall’impresa ebbe a dichiarare che lui il polo l’aveva raggiunto, non solo con il cane, come da progetto iniziale, ma anche ‘in compagnia di un aereo’. Qui mi pare la stessa cosa. Uccelli che volano in aereo..facciamo un referendum, e vediamo se si tratta di natura ‘assecondata’ o ‘sovvertita’??? Ah Ah ah ah!!! Ma questo è il meno.. il vero problema è che il ‘pollo sultano’ si nutre soprattutto di uova e pulcini..reintrodurlo, o meglio, provare ad introdurlo ove non risulta esser mai stato presente, può avere effetti devastanti sull’avi-fauna tipica del luogo. In pratica ne va proprio della ‘bio-diversità’ in sito. Più lo guardo, stò pollo sultano, più mi sembra simile al veloci-raptor da cui probabilmente discende!
il pollo sultano non verrà mai nella riserva della foce del belice.
Il suo istinto lo tiene lontano perchè sa di rischiaree la vita sino quando la riserva sarà gestita dda politicanti.
Saluti
Il pollo sultano, non rappresenta una minaccia per l’ecosistema della RNO Foce del Fiume Belice. Questo concetto, per dovere di cronaca, è bene specificarlo. Un specie invasiva ha delle caratteristiche che non appartengono al pollo sultano, fra tutte, l’assenza di predatori. Il pollo sultano invece dai predatori deve ben guardarsi, a differenza ad esempio della tartaruga (Trachemys scripta) presente alla RNO Lago Preola e Gorghi Tondi o del granchio reale rosso (Paralithodes camtschaticus) che introdotto nel Fiordo di Murmansk in Russia negli anni ’60 si è diffuso senza controllo in vaste aree a sud del Mare di Barents.
In conclusione il pollo sultano può inserirsi nella rete trofica della riserva Foce del Fiume Belice senza sconvolgerne gli equilibri.
Quando parla Antonino Barbera ascolto sempre con l’attenzione dovuta. Tuttavia mi pare che, al di là delle ipotesi, dovremmo già disporre di dati attendibili sul potenziale impatto del ‘pollo sultano’ sull’avi-fauna locale, dal momento che l’uccello è già presente da un pò presso la Preola ed i Gorghi tondi di Mazara, una riserva gestita dal WWF.
Ma è cosi difficile chiedere a quell’associazione di esprimersi in merito?
E’ proprio questo il modo giusto di ragionare quando si ha a che fare con sistemi naturali. Il confronto diretto, le esperienze sul campo sono fondamentali. Mi piacerebbe sentire il parere del WWF sull’ipotetico impatto del pollo sultano sulle reti trofiche di un ecosistema simile a quello della foce del Belice. Mi metto subito in moto per cercare di contattare qualcuno, vi farò sapere.
Ad ogni modo, fin ora, non ho mai letto di un effetto negativo a seguito della reintroduzione del pollo sultano, ma mi documenterò meglio.
oggi ho visto il gallo cedrone in atteggiamenti amorosi col pollo sultano…secondo me sono gay..
@antonino barbera. Concordo. Anche perchè, diversamente da quel che mi pare altri ritengano, nel particolare regime della R.N.O. del Belice non è consentito introdurre una specie ‘sic et simpliciter’, nemmeno con il plauso del Ministero dell’ Ambiente o dell’ISPRA. Occorre aprire una pratica ed istruirla adeguatamente. Secondo la via tracciata da Antonio Barbera: quel che rileva non è infatti l’impatto generico potenziale del ‘pollo sultano’, ma quello specifico nella foce del belice.
“Il Pollo sultano si nutre soprattutto di uova e pulcini”. Ma quanto deve ancora durare questa farsa? Chi scrive queste assurdità che ne sa di ornitologia ed in particolare della specie Pollo sultano? Se vuole veramente apprendere qualche nozione sulla specie perchè Fiorentino o Valenziano non si rivolge all’ISPRA di Ozzano dell’Emilia (BO) che ha curato la reintroduzione dell’uccello in Sicilia? Se non lo vuole fare deve semplicemente ascoltare quello che dico io, visto che nel 2002, con altri 8 ornitologi, maturalisti e zoologi, sono stato il primo (esame tenutosi presso la facoltà di Agraria di Palermo) in Sicilia a conseguire il brevetto di rilevatore avifaunistico; sono stato il primo a rilevare il ritorno del Rallide nel mazarese (il secondo rilevamento è avvenuto infatti fuori dalla RNI Lago Preola); sono stato il primo a certificarne la nidificazione. I dati raccolti, come in altre occasioni, avrei dovuto pubblicarli sulla RIO (Rivista Italiana di Ornitologia (a cura del Museo Civico di Storia Naturale di Milano) che, purtroppo, ha sospeso le pubblicazioni. Tra non molto, comunque, dovrebbero essere resi pubblici tutti i dati che ho raccolto dal 2005 al 2011. E’ inutile chiedere all’Ente gestore della riserva L. Preola e G. Tondi, notizie precise e puntuali sulla specie, visto che nel corso della mia lunga attività di ricerca, solo in poche occasioni ho notato il prof. Lo Valvo nella riserva. Il prof. Lo Valvo (Università di Palermo), infatti, è l’incaricato del gestore per lo studio del Pollo sultano nella riserva. Per seguire il Pollo sultano ci vogliono, però tante ore di osservazione. Tanto di cappello al prof. Mario Lo Valvo, ma con tre – quattro rilevamenti è meglio non scrivere sul Pollo sultano. Posso, comunque, rassicurare Fiorentino che l’uccello è essenzialmente vegeteriano. Si nutre soprattutto delle cime di Tifa e anche di Cannuccia di palude. Steli che acciuffa e tiene con i piedi e strappa con il becco. Qualche pulcino di altra specie ornitica acquatica può essere predata, ma si tratta di soggetti debilitati. Quante volte mi è capitato di vedere gli Aironi cenerini ghermire i Tuffetti, eppure i Tuffetti popolano sempre i nostri stagni e gli Aironi che sono conosciuti anche come Gressori, in virtù del loro becco acuminato come un pugnale, sempre alla ricerca di prede, non sono un pericolo per il resto degli uccelli. A Peppe consiglio di andarsi a vedere la foto relativa ad una coppia di Pollo sultano che oggi ho pubblicato su Mazaraonline, alla pagina che tratta delle analisi delle acque di Tonnarella eseguite da Goletta Verde.
Senza che nessuno introduca alcuna specie animale all’interno della RNO Foce del Fiume Belice, non è da escludere che il pollo sultano e non solo, in seguito ad una gestione più attenta possa ritrovare le condizioni ecologiche idonee. Del resto il piano d’azione del pollo sultano (2001) prevede proprio l’espansione dell’areale di ditribuzione per questa specie.
Nel caso in cui il pollo sultano, in via del tutto naturale, arrivasse alla RNO Foce del Fiume Belice a mio avviso non costituirebbe una minaccia per l’ecosistema della riserva in quanto andrebbe ad occupare una nicchia ecologica libera. In altre parole non entra in competizione con altre specie animali per lo sfruttamento delle risorse.
Non so chi sia Giulio che nel commento del 6/8, ore 20,44, in una battuta ha detto tutto. Non mi sembra, però, che qualcuno si sia soffermato a riflettere sul commento di Giulio. Nessuna reazione da parte del pubblico che annualmente, nella sola regione Sicilia, per mantenere i politici nelle riserve o i loro galoppini, è chiamato a spendere qualcosa come 30milioni di euro (periodi di crisi economica). Altro che tutela della biodiversità o, per capirci meglio, della natura, questo è solo business ecologico al quale nessuno si oppone, sia per l’ignoranza in materia del pubblico, sia per convenienza da parte di chi, prima o poi, riceverà il contentino dal politico che gestisce la baracca. Il 22/9 a Castelvetrano saremo capaci d’informare adeguatamente il pubblico sul vero motivo dell’individuazione e istituzione delle aree naturali protette, a cominciare dalla RNO Foce del Fiume Belice?
Ringrazio il signor Sciabica per la sua considerazione, personalmente estendo l’invito ad altri frequentatori di questa “discussione” a riflettere su questo argomento che penso sia di primaria importanza per il fine di salvaguardare il nostro patrimonio naturalistico che tutto il mondo ci invidia
Le nostre riserve naturali e il “pollo sultano” hanno bisogno del nostro aiuto, ci chiedono mai più di essere liberati dalla gestione politica di cui sono delle incolpevoli vittime.
Questo è un patrimonio che appartiene a tutti noi polici compresi e dovrebbe essere proprio la classe politica ad avere un poco di pudore e accettare il fatto che le riserve non possono e non devono essere al servizio di questo o quello assessore, di questo o quello dirigente, di questo o quel presidente.
Al contrario, personalmente “sogno” che le nostre aree protette fossero gestite da enti o libere associazioni incondizionamente e senza “secondi fini”, lontani dai vizi storici che la politica ci ha da sempre mostrato.
Sforziamoci non solo a criticare ma anche a fare delle proposte costruttive, il nostro ambiente ha bisogno di idee vincenti e il pollo sultano ce lo chiede ad alta voce…
Saluti
Giulio
Effettivamente il Pollo sultano ha un’alta vocalità.
Invito tutti a googlare ‘pollo sultano’. Ne sortirà una scheda da cui risulta che l’animale si nutre principalmente di uova e pulcini e di germogli solo in mancanza di questi. Non so chi l’ha redatta, ma sicuramente si tratta di persona competente.
Scusate se intervengo sui commenti relativi al pollo sultano e al suo progetto di reintroduzione.
Desidero chiarire alcuni concetti: il progetto della reintroduzione del pollo sultano ha avuto successo reintroducendo la specie in sicilia e non solo al biviere o al simeto. Lo stesso progetto prevedeva sin dall’inizio la reintroduzione in tutta la sicilia. Oggi il pollo sultano è diffuso in tutti gli areali con habitat idonei alla specie. nei prossimi anni è possibile che altri siti minori siano interessati dalla specie. Per cui se la foce del platani ha habitat idonei potrebbe essere colonizzata.
In merito alla possibilità di interferire sulla natura va detto che i nostri comportamenti mettono a rischio continuamente specie ed habitat. decidere di importare dalla spagna il pollo sultano per reintrodurlo non è un interferenza, considerando che la specie in sicilia si è estinta di recente (1950-60), in ogni caso nello specifico il pollo sultano non ha altre specie concorrenti. Sarebbe invece da sottolineare con forza, il fenomeno dell’abbandono di specie esotica, che minacciano i nostri ecosistemi ed le nostre specie.
Saluto con affetto il mio amico Sciabica
Le persone competenti in materia di conservazione della natura, come l’amico Emilio (uno dei pochissimi direttori di riserve siciliane degno di questo titolo)si misurano essenzialmente sul campo. Leggere sui pochi studi seri in circolazione sul Pollo sultano che può predare pulcini di anatidi è una cosa, ma ben altra cosa è gonfiare o dare importanza alla notizia. Oggi, specialmente, non manca chi, probabilmente, in cerca di notorietà si soffermi su quest’aspetto che proprio in Sicilia non si pone. Sono, infatti, pochissime le specie di Anatidi che nidificano dalle nostre parti e i pulcini nidifughi(accuditi comunque dalle madri), in buone condizioni di salute, sanno come sottrarsi agli eventuali attacchi del goffo nuotatore che è il Pollo sultano. I pulcini delle Anatre selvatiche fino ad almeno tre settimane di vita non si distaccano mai dalle chiocce che, come accennato, sanno come allontanare i Polli sultani. Ho assistito (non è cosa che capita tutti i giorni e non consiglio a nessuno di perdere troppo tempo in questo tipo di osservazione) a Polli sultani, quasi sempre isolati, avvicinarsi troppo ai pulcini delle Folaghe, ma le chiocce, con le ali aperte, il collo abbassato in linea con il becco, si avventano non appena l’intruso arrivava a circa cinque metri dalla nidiata. Ho rilevato Polli sultani e Fischioni assieme e più timidi e guardinghi mi sono apparsi i polli, visto che le anatre stanno in più folti gruppi e l’unione fa la forza. Ho notato maggiore aggressività nella Folaga (stessa famiglia del Pollo sultano) che nel Pollo sultano. Mentre colgo l’occasione per invitare Emilio Giudice alla conferenza del 22/9, organizzata dal preside del Liceo classico di Castelvetrano, prof. Francesco Fiordaliso, sulla riserva del fiume Belice (con vera tutela sito d’eccellenza per il Pollo sultano), consiglio al sig. Fiorentino o Valenziano di documentarsi presso l’ISPRA di Ozzano dell’Emilia (ex INFS, Ministero dell’Ambiente), prima di continuare a scrivere sul Pollo sultano.
@emilio giudice: dr. Giudice, dato che interviene con notevole cognizione di causa, in virtù del suo incarico, secondo Lei è possibile introdurre il pollo sultano presso la ‘foce del belice’, ‘sic et simpliciter’, oppurre occorre ( come mi pare evidente )apposita autorizzazione dell’Assessorato regionale territorio ed ambiente, secondo la lettera dell’art.2, lettera ‘f)’ del Decreto assessoriale in data 30 maggio 1987 ( previa, ritengo, apposita istruzione e valutazione della proposta )? E potrebbe spiegarsi meglio circa il fenomeno dell’ “abbandono di specie esotica”? P.S.: ma gli inviti alla riunione presso il Liceo Classico non spettano al preside Fiordaliso, padrone di casa?
Nessuno ha mai parlato di reintroduzione del Pollo sultano o di altre specie autoctone “sic et sempliciter”. Si è accennato al possibile sconfinamento o espansione delle specie, Pollo sultano compreso, dalle aree di reintroduzione. Non credo che il preside Fiordaliso, contrariamente a Valenziano o Fiorentino, si ritenga “padrone” dell’Istituto pubblico che dirige e sono convinto che non abbia nulla in contrario ad ospitare persone competenti, come Emilio Giudice, anche se ufficiosamente invitate da alri. Gli inviti ufficiali sono in via di definizione che spetta sicuramente al sindaco di Castelvetrano e al preside Fiordaliso. Io mi lascio trascinare dalla passione e se mi imbatto, per esempio, in Bruno Massa, Ignazio Sparacio, E.Giudice…, non ci penso due volte ad invitarli alla conferenza del 22/9. Il Preside, persona di larghe vedute, mi accontenta.
è confermato l’incontro per sabato 22 settembre?
Gentile Dott. Roberto Fiorentino,
l’incontro è stato rinviato al 10 novembre 2012, aula magna del Liceo Classico di Castelvetrano.
Ho avvertito lo staff di Castelvetrano-selinunte.it per comunicare la nuova data, ma ancora non ho ricevuto riscontro.
Cordiali Saluti
sig. antonio barbera, vorrei sapere se possibile dove trovo una locandina su internet di questo incontro, giorno, data precisi e dettagli, in quanto l’argomento mi interessa molto, ma finora sembra che non sia calendarizzato da nessuna parte.
grazie.
E’ stato affisso proprio in questi giorni un manifesto di fronte il liceo classico di castelvetrano. Sono in stampa le locandine ed i pieghevoli. L’appuntamento è per il 10 Novembre ore 09.00 presso l’aula magna del liceo classico “G. Pantaleo” di Castelvetrano.
A presto
Desidererei ragguagli, non essendo un ornitologo sulla cladistica del pollo sultano e sulla sua posizione nel tree of life, con riferimenti alla sua storia evolutiva, eventuali reperti paleontologici e studi citogenetici. Finalmente parleremo e scriveremo di cose importanti. Ovviamente inoltro la richiesta ad Enzo Sciabica ed al guardiano di polli Piero Palermo.