Un cucciolo di circa 3 mesi è stato trovato morto, con un cerchio di metallo arrugginito intorno al collo, in una zona periferica di Castelvetrano.
Ieri mattina, il volontario che gli portava da mangiare lo ha trovato sopra un muretto, in bella vista, vegliato dai guaiti della madre.
Un caso isolato? Pare proprio di no, se si considerano gli episodi accaduti negli ultimi due mesi.
Il 14 agosto, nel parcheggio di un centro commerciale, qualcuno spruzza dell’acido su un cane, bruciandogli la testa i genitali e le zampe.
I primi di settembre viene trovato morto un altro cane sotto un albero d’ulivo, con la testa devastata da un colpo di fucile. Poi, mentre altri cani spariscono nel nulla, il fucile torna a sparare contro un meticcio, incrocio con un maremmano, fortunatamente salvato dall’intervento dei veterinari.
A metà ottobre ne viene ucciso un altro, tirato per il collo con un cavo d’antenna tv.
E’ una vera e propria mattanza, cominciata un paio di mesi fa, che sembra non finire mai.
Ma perchè proprio a Castelvetrano? C’è un filo rosso che potrebbe collegare i vari episodi?
Lo abbiamo chiesto a Liliana Signorello, presidente della Laica, l’associazione animalista che gestisce il canile rifugio insieme al Comune.
“Questi episodi hanno un unico comune denominatore: l’intolleranza. C’è una legge sul cane di quartiere che ci impone di sterilizzare, curare e rimettere nel territorio i cani che vengono prelevati. Non sempre però chi vive nel territorio accetta di buon grado la presenza degli animali, soprattutto se infastidiscono i cacciatori.”
– Cosa si può fare per impedire questa mattanza?
“Bisognerebbe limitare la reintroduzione dei cani in determinati territori. Ma da qualche parte bisogna pur metterli. E allora, se in città sporcano, in campagna infastidiscono i cacciatori, al mare impauriscono i bagnanti, forse bisognerebbe creare dei luoghi recintati dove i volontari possano prendersene cura, senza il rischio di trovarli uccisi da gente che della legge sul cane di quartiere se ne infischia bellamente.”
– Ma questi casi sono stati denunciati alle forze dell’ordine?
“Certo! noi abbiamo sempre fatto le denuncie. Ma non possiamo aspettarci che un problema di questo genere possa risolversi soltanto in termini repressivi. I cani sono davvero tanti e per le sterilizzazioni dei randagi c’è un solo veterinario. Se consideriamo anche che il canile-rifugio di Castelvetrano è in forte sopranumero, si può capire con quante difficoltà portiamo avanti questo servizio.”
– Proposte?
“Chiederemo al Sindaco se c’è la possibilità di avere in concessione gratuita qualche terreno incolto, di proprietà comunale che, opportunamente recintato, potrebbe risolvere un sacco di problemi. Credo che davvero sia arrivato il momento di dire basta. Noi dell’associazione siamo pronti a sbracciarci le maniche”.
Egidio Morici
AUTORE. Egidio Morici
io ormai non ho piu parole….ogni giorni che passa mi convinco che a castelvetrano ci sia della gente di una cattiveria e un ignoranza senza fine….mi auguro solo che patiscano immani sofferenze sino alla morte e paghino per il male che hanno fatto a questi poveri cuccioli…..ma ci credo poco…ahime’ “l’erba tinta un mori mai…”
C’era una volta , a Castelvetrano, una sezione della “Lega Nazionale per la Difesa del Cane”, quando ancora il Comune era presieduto dal Sindaco Buongiorno. Questa Associazione aveva utilizzato una casa privata, a pianterreno come sede amministrativa e una campagna, in via Bresciana, dove aveva costruito dei box colbentati e un recinto per ospitare tutti i cani randagi di Castelvetrano (grazie al buon cuore di cittadini, sensibili al problema e all’opera di volontari). Questi cani in poco tempo divennero 100. Però, pur avendo fatto numerosissime richieste al Comune per essere coadiuvati almeno per ciò che riguardava l’alimentazione e la sanità, non abbiamo mai ricevuto da parte sua neanche un sacco di croccantini, Io personalmente ho trascorso ore e ore dietro la porta del sindaco e dell’ingegnere (di cui non ricordo il nome) addetto a risolvere il problema randagismo, come legge comandava già: e proprio io ho suggerito i prefabbricati Laika per la costruzione del canile comunale.Ciò che ci permetteva il mantenimento dei nostri amici a 4 zampe era frutto di immani sacrifici, da parte dei tantissimi volontari e dalla pubblicazione di un giornalino quindicinale ( al quale lavoravamo tutti, cercando sponsor e scrivendone le pagine” Il giornalino Bau Bau” che si distribuiva gratuitamente mediante tutte le cartolerie del paese e anche qualche cartoleria di Trapani e Partanna che ci permetteva di mettere insieme un po’ di soldi a titolo di offerta libera (insufficienti, ma indispensabili. Alcuni veterinari si erano messi a disposizione gratuitamente per le visite (due veterinari di Campobello di Mazara) e spesso anche i veterinari dell’ufficio sanitario veterinario di Castelvetrano intervenivano, fuori dalle ore di ufficio e a titolo privato e gratuito. Alcuni cittadini ci aiutavano per l’acquisto di medicinali e di cibo……..Questo durò per circa 5 anni … in situazioni che vi lascio immaginare.
Il Comune costruì il canile e ce ne promise la gestione insieme ad una cooperativa giovanile….e noi allora dichiarammo di mettere comunque , a disposizione anche il nostro rifugio, dal momento che la capienza del canile permetteva la presenza di solo 50 cani. Aspettammo ancora un anno……..e ci rendemmo conto che la volontà del Comune , non era quella di collaborare con la “Lega Nazionale per la Difesa del Cane”….per cui sfiniti dalla troppa attesa fummo costretti, a non ospitare più cani nuovi, a tagliare i recinti pur continuando a portare cibo e acqua al rifugio. Il colpo di grazia ci venne inferto da due episodi dolorosissimi, di grave portata : ci avvelenarono una prima volta 13 cani e una seconda volta 30. Vedemmo vani i nostri sforzi Non ce la facemmo più a tirare acqua da un pozzo senza fondo e lo stress ha fatto il resto.
Questa la mia esperienza personale che si concluse in un fallimento e questa la mia testimonianza e il mio sfogo….adesso spero che l’Associazione Laica venga messa nelle condizioni di non doversi sfinire o demoralizzare per la mancanza di strutture e ancor di più, per l’assenza di sensibilità. Io credo che il Sindaco Pompei sia sensibile al problema, perchè anche allora , che non era ancora sindaco, lo fu….Io insisto dicendo che bisogna partire dal basso… quindi dalle scuole, inquanto se riusciamo a sensibilizzare ed educare i nostri ragazzi, impareranno a rapportarsi in maniera differente al mondo animale divenendone addirittura i difensori. Chiedo che il signor Sindaco adibisca a succursale del canile qualche capannone in disuso o qualche altra struttura, perchè mi rendo conto del grande sacrificio che fanno tutti coloro che lavorano all’interno del canile, spinti da amore e abnegazione, notte e giorno . trascurando persino i propri bisogni personali, e meriterebbero almeno di essere supportati quanto meglio possibile…..e il possibile è spesso figlio della buona volontà!
In questo paese non va bene niente. Basta guardare la fauna giovanile nelle piazze, o ascoltare gli adulti parlare tra loro. Chi se ne frega dei cani? Sono solo degli oggetti a quanto sembra. Invece di spendere i soldi pubblici per stupidaggini, perchè non ampliare il canile, o aprirne un altro? Gli spazi ci sono. Perchè non stimolare i ragazzini delle scuole a fare volontariato con i cani, portarli in giro, dargli da mangiare, aiutare il personale del canile… Invece di perdere tempo, perchè tanto non studiano comunque, potrebbero essere coinvolti in qualche attività di pubblica utilità.
Chissà che non crescano con un maggiore rispetto per la vita.
Ricordo con tanta nostalgia l’esperienza vissuta alla Lega Nazionale per la difesa del cane. Ero un ragazzino della scuola media e frequentavo quasi tutti i giorni quella casa… Avevamo formato un gruppetto “difensori degli animali” o qualcosa del genere… Con marsupi,berretti, magliette.. eravamo lì a collaborare con la nostra giovanissima età in una realtà di gente adulta (come la signora Silvana, che non credo si ricordi di me) che s’impegnava giorno per giorno per accudire i tanti cani che vi erano sia in quella casa, che in quel recinto in Via Bresciana.. Ricordo che oltre all’importante azione svolta da quei volontari, noi ragazzini imparavamo il valore del rispetto per la vita degli animali… In più, quel piccolo club era diventato un luogo di aggregazione sano, dove si parlava.. dove si era contenti di dare un po di latte ai cagnolini, un luogo dove si formavano uomini sensibili al rispetto della vita. Mi ricordo anche che uscivamo a raccogliere delle offerte per comprare cibo e ciò che serviva per quegli animali che avevamo preso a cuore… Oggi, mi sento ancora vicino a quei giorni anche perchè ho solamente 19 anni, ma mi rammarica sentire come quella realtà non esista più, in una Castelvetrano che ancora ha tanta strada da fare…
Per completezza di informazione, mentre mi unisco alla condanna per gli inquietanti episodi, devo per completezza di informazione e contro le solite facili strumentalizzazioni ricordare quanto l’Amministrazione e in particolare l’assessore Culoma hanno fatto in merito.
Alla luce delle azioni programmate dall’Amministrazione Comunale per controllare e prevenire il fenomeno del randagismo nel territorio comunale, è stato effettuato un servizio straordinario di recupero dei randagi. Nel primo semestre dell’anno sono stati ricoverati presso il canile municipale 246 tra cani randagi e vaganti, ben 109 sono stati adottati grazie alla collaborazione delle associazioni di volontariato che molto hanno fatto a vantaggio degli stessi animali, mentre 56 sono stati curati, sterilizzati e microcippati e rimessi in libertà. Alcuni su richiesta dei cittadini, come cani di quartiere a cui i volontari prestano le cure necessarie al loro mantenimento. Inoltre gli operatori sanitari del canile hanno provveduto a microcippare altri 52 cani di proprietà di privati, che sono stati iscritti, così come prevede la legge, nel registro dell’anagrafe canina. Si invitano tutti i cittadini che hanno dei cani a recarsi presso il canile municipale, sito nella via Errante Vecchia, per iscrivere i propri cani nel suddetto registro, dopo aver provveduto alla microcippatura. “L’identificazione di tutti i cani mediante l’applicazione del microchip, e la conseguente registrazione nella banca dati informatica dell’anagrafe canina- afferma Culoma- unita ad una attività di controllo e prevenzione con la cattura dei randagi, o dei cani vaganti per il nostro territorio, che vengono ospitati nel nostro canile e successivamente, se non vengono adottati o reclamati, vengono sterilizzati per applicare un attività di controllo delle nascite, rendono più incisivo il contrasto dl fenomeno del randagismo e, grazie ad una politica che favorisce l’affidamento dei cani randagi catturati, l’Amministrazione raggiunge il duplice obiettivo di dare loro una vita più dignitosa riducendo le spese di gestione del canile stesso.”
Il nostro canile attualmente è attualmente uno dei tre funzionante in provincia di Trapani, ha 80 Box e un area di sgambamento di circa 20.000 metri quadrati, all’interno dello stesso opera un veterinario coadiuvato da personale specializzato . L’Amministazione ha inoltre convenzione con i veterinari Roma e D’Antoni i quali provvedono a garantire la pronta reperibilità nelle ore in cui nel canile non operà il veterinari. Si è provveduto ad un altra covenzione con il dott. Bongiorno il quale garantisce tutti gli esami di laboratori che non possono essre fatti presso l’ambulatorio del canile e gli interventi di natura specialistica. Siè fornito ai volontari della Laica un fuoristrada che utilizzano per tutti i bisogni del caso. Si sono fatte convenzioni con i comuni di Campobello di Mazara e Partanna per la microcippatura e l’iscrizione dei cani nel registro dell’anagrafe canina dei predetti comuni. Si è fornito il canile di sistema di controllo con telecamere per una maggiore sicurezza dello stesso. L’Amministrazione comunale ha stanziato quale spesa per il mantenimento del canile nell’anno 2011 una cifra di 130.000 euro.
come si può compiere simili crudeltà. quello che hanno fatto a quelle povere bestioline io lo farei a loro, non fanno male a nessuno e sono indifesi. ci vorrebbe il carcere anche per chi fa queste cose agli animali. ANZI LA PENA DI MORTE, perchè prendersela con un cane è come fare del male a un bambino.ci vogliono pene più severe.